Vale 91,8 miliardi di euro il mercato della logistica conto terzi in Italia nel 2022, il 2,8% in più rispetto al 2021. Un dato quindi apparentemente positivo, seppure il settore debba fare i conti con una serie di criticità dettate dai forti aumenti dei costi operativi, dalla scarsa capacità operativa nel trasporto e nei magazzini – e qui la criticità principale rimane, accanto alla mancanza di spazi di stoccaggio e alla difficoltà a reperire le competenze, la carenza di autisti e di addetti di magazzino – tutti fattori che hanno fatto incrementare i costi di funzionamento delle filiere, finendo per contrarre il fatturato reale del 5,2% a colpi di inflazione.
È questa la parte più nitida della fotografia scattata dall’Osservatorio Contract Logistics ”Gino Marchet” del Politecnico di Milano, presentata al convegno «Investimenti e collaborazione: la Logistica guida la sfida della capacità» che si è tenuto oggi al MiCo – Milano Congressi.
Una situazione di mercato che – come spiega Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics – «offre segnali positivi in termini di stabilizzazione del fatturato nella seconda parte del 2022, dopo la forte ripresa 2021. Si evidenzia, però, il forte aumento dei costi dei fattori produttivi, non solo quelli di manodopera, ma soprattutto per il trasporto su strada su cui incide l’effetto carburante e la mancanza di equilibrio domanda-offerta. Le sfide dei fornitori di servizi logistici si rispecchiano nelle numerose operazioni di M&A, che nel panorama internazionale vedono affermarsi grandi player caratterizzati da un alto livello di integrazione verticale e un ampliamento dei servizi. Per i Top Player aumenta il valore degli investimenti e delle immobilizzazioni, crescono i valori del CAPEX rispetto al fatturato e dell’incidenza del costo del lavoro diretto sul fatturato».
Tornando ai numeri c’è, tra quelli positivi, il peso crescente del fatturato della Logistica conto terzi, quello diretto cioè ai soli clienti, che tocca i 50,7 miliardi di euro, arrivando a pesare il 43,6% del totale della logistica italiana che vale in complesso 116,4 miliardi. L’aspetto più negativo riguarda gli operatori del settore che diminuiscono del 2,1%, così come le imprese assestate a quota 84.500, vale a dire 30 mila in meno rispetto al 2009, a causa soprattutto della retrocessione dell’autotrasporto. Fenomeno che rende ancora più problematica la mancanza di capacità. Proprio a tal proposito Marco Melacini, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics, sottolinea come oggi «la Logistica è il settore che guida la ‘sfida della capacità’. Nel 2022, infatti, i forti cambiamenti del settore si sono accentuati, accompagnandosi a una vera e propria scarsità di capacità operativa». Come se ne esce? «Occorrono le capacità, in questo caso intangibili, dei manager – risponde Melacini – chiamati a trovare nuovi equilibri, nella valutazione degli investimenti necessari a introdurre soluzioni di Logistica 4.0 o di efficienza energetica, nella trasformazione dei processi e dei network logistici, nel potenziamento della collaborazione fra gli attori della filiera. Il mondo della logistica è consapevole delle difficoltà, che saranno uno stimolo ulteriore per investimenti e ottimizzazione dei processi. Ma le aziende non devono essere lasciate sole: i loro sforzi vanno affiancati da normative e incentivi a supporto della trasformazione, come è stato fatto in passato per il piano Transizione 4.0».
L’aumento dei costi
Come detto, a compensare la crescita del mercato, è arrivato un forte aumento dei costi dei fattori produttivi, partito nel 2021 e intensificatosi nel 2022, mentre sui noli internazionali è iniziata nella seconda parte dell’anno la tanto attesa discesa dei valori. Nel 2021, il costo del gasolio è aumentato del +13%, quello dell’energia elettrica del +13,5%, i canoni di locazione degli immobili sono cresciuti del 3%, mentre il costo del lavoro adeguato tramite il CCNL è lievitato di circa l’1,5% all’anno. Ma la vera “emergenza” è arrivata nel 2022, con l’energia elettrica che ha più che raddoppiato il suo valore con un +117%, mettendo in difficoltà le Supply Chain più energivore.
Il Transport Index – l’indice elaborato dall’Osservatorio per monitorare l’andamento mensile del mercato, distinguendo la modalità di acquisto Contract da quella Spot – evidenzia per la prima un grande aumento dei costi di trasporto in tutto il 2022, con due impennate a marzo (+5,1% rispetto a gennaio) e giugno (+8,7%), e il picco nel mese luglio (+9,2%). Aumenti dovuti soprattutto alla componente Fuel, ma anche alle condizioni di mercato e alla mancanza di equilibrio tra domanda-offerta. L’andamento della curva di acquisto Spot ha valori ancora più elevati.
Il trasporto che manca
La mancanza di capacità o, se si preferisce, una domanda maggiore rispetto all’offerta: è questo il tema che ha dominato il trasporto nel corso del 2022. Di fronte a tale emergenza, il 96% delle aziende ha modificato l’impostazione, lavorando sulla relazione mittente-destinatario-fornitore di servizi logistici in quattro direzioni (contratti, pianificazione, visibilità e processi), declinate in modo diverso a seconda della modalità e della tipologia di trasporto. Nella pianificazione dei flussi, per esempio, è aumentata la consapevolezza della “capacità finita” del trasporto e della necessità di introduzione del livello tattico di pianificazione (per il 59% delle aziende), con estensione dei vincoli legati alla “capacità finita” della Logistica nel Sales and Operations Planning (S&OP).
L’evoluzione della Logistica 4.0
Nel campo della Logistica 4.0 le aziende italiane si stanno concentrando principalmente su soluzioni di Digitization, vale a dire su tecnologie per la raccolta e la gestione di informazioni digitali: il 72% delle aziende ha realizzato almeno un progetto in questo ambito, tra tablet ai varchi di accesso, sistemi RFId o sensori che raccolgono dati in modo automatico e li inviano a un sistema informativo, API per scambiare dati tra sistemi informativi diversi, blockchain per notarizzare i dati raccolti, consentendo la certificazione delle informazioni. C’è poi una buona diffusione dei progetti di Automation (32%), che consentono di automatizzare le attività logistiche, come magazzini automatizzati dotati di sensoristica avanzata o soluzioni basate su flotte di mobile robot per la movimentazione dei materiali. Il 14% delle imprese ha avviato progetti di Analytics (soprattutto casi pilota) per l’analisi di dati, come software big data che, nei casi più avanzati, consentono di aggregare e organizzare moli di dati, produrre previsioni con artificial intelligence o simulazioni basate su dati real-time, applicare concetti di digital twin al processo logistico per valutare diversi scenari.
«La Logistica 4.0 in questi anni è diventata sempre più pervasiva nelle realtà aziendali – dice Emilio Moretti, Ricercatore dell’Osservatorio Contract Logistics – e presenta oggi tecnologie mature per una diffusione su larga scala, ma per creare davvero valore le aziende devono combinare l’utilizzo dei tre pilastri del paradigma 4.0, Automation, Digitization e Analytics, con la trasformazione contestuale dei processi. In questo percorso, è fondamentale prestare attenzione all’integrazione tra i diversi sistemi informativi e le tecnologie, sviluppare una strategia aziendale organica e sempre più human-centric e sviluppare la collaborazione di filiera e con i fornitori di tecnologia».