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Intermodalità, la ferrovia chiede incentivi: «Almeno il 10% di quelli che lo Stato dà all’autotrasporto»

La proposta è emersa nell’ambito di un webinar del Freight Leaders Council, organizzato per commentare l’ultimo Quaderno dell’associazione che riunisce i maggiori leader della supply chain nazionale e che fotografa una situazione molto claudicante per la modalità ferroviaria, ferma al 3% del traffico merci

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Il riequilibro modale stenta a decollare e, in particolare, è la ferrovia a soffrire il momento più critico per la logistica nazionale. Esauriti gli incentivi, si trova a scontrarsi con una rete ancora non in grado di assicurare servizi competitivi con il tutto-strada e ancora meno performante a causa delle continue interruzioni dovute ai cantieri delle opere finanziate dal PNRR. Opere che, è vero, hanno l’obiettivo di migliorare la situazione, ma il rischio è che, quando saranno completate, il trasporto ferroviario sarà completamente azzerato nel nostro paese. È l’istantanea che ha fotografato il Freight Leaders Council mettendo interno a un tavolo (digitale) tutti i rappresentanti della catena logistica con l’obiettivo di delineare proposte e indicazioni. «Per lo shift modale – ha esordito Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica – occorrono fondi, sarebbe sufficiente anche il 10% di quello che attualmente è disponibile a sostegno dell’autotrasporto». Sulla necessità di supportare economicamente la modalità ferroviaria si sono mostrati tutti d’accordo.
«Occorre incentivare l’intermodalità – ha affermato Sabrina De Filippis, amministratrice delegata di Mercitalia Logistics – dando un aiuto economico ai clienti, ovvero all’industria che sceglie di mettere la propria merce in un sistema integrato ferro-strada”.
Fa eco anche Fermerci, rappresentato dal segretario generale, Giuseppe Rizzi, che ha chiesto nel breve termine un rifinanziamento del ferrobonus, mentre nel lungo periodo un riconoscimento alla committenza che sposa l’intermodalità.
Alis, rappresentata dal segretario generale, Francesca Fiorini, ha messo l’accento sui fondi derivanti dall’ETS che «dovrebbero essere intercettati a favore di un implementazione del marebonus e ferrobonus».
«Incentivi a tutta la catena logistica» è la proposta di Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti, che indica anche i terminal come punto debole della supply chian, che la società del sistema camerale ha analizzato in vari studi, rilevando l’insoddisfazione delle imprese italiane per la logistica, in particolare per il segmento strada e ferrovia, mentre hanno ottenuto valutazione migliori il trasporto aereo e marittimo.
Infine, anche Confetra, al tavolo con il presidente Carlo De Ruvo, ha chiesto un riequilibrio delle accise, con lo spostamento delle risorse dalla strada al ferro, puntando il dito contro i ritardi della digitalizzazione del settore, elemento imprescindibile per fluidificare i flussi.

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