Al trasporto intermodale piace la blockchain. Questa particolare tecnologia, funzionante come una sorta di banca dati condivisa da più parti in cui ognuna può aggiungere nuovi pezzi senza però modificarla (a tutela quindi della sua sicurezza) ha trovato un’applicazione inattesa nel documento di trasporto intermodale con cui è stato agevolato e velocizzato il traffico transfrontaliero Cina-Europa.
Come
Com’è noto agli operatori del settore, la consegna di merci per via ferroviaria richiede il coinvolgimento di più parti e gli standard delle bolle di accompagnamento non è detto siano sempre uniformi fra i Paesi coinvolti. Un viaggio, infatti, può richiedere più bolle e quelle create in un Paese potrebbero non essere valide in quello in cui si dovrà ritirare la merce. Un’eventualità che rende la consegna lunga e costosa.
Il documento di trasporto intermodale ha fornito una risposta efficace a questo problema perché ha sostituito tutte le bolle di accompagnamento (ovviando così al pericolo di non vedersi consegnata la merce) e, così oltre a velocizzare i tempi, è diventato anche un utile strumento per poter ottenere crediti dalle banche. Il perché è presto detto: dovendo condividere le informazioni su una piattaforma consultabile da tutti gli stakeholders, banche incluse, è più facile tener conto del volume di affari e dei flussi commerciali delle imprese e quindi accertare la loro solidità finanziaria.
Pur non essendo riconosciuto a livello internazionale, il documento di trasporto intermodale è convenzionalmente adottato in tutto il mondo dal 2017.
Numeri per capire
Le statistiche dimostrano che i treni merci Cina-Europa hanno impiegato tre anni e tre mesi per mettere insieme 200 viaggi, ma per passare da 800 a 1.000 viaggi sono stati sufficienti due mesi.
Nel 2020 i treni merci hanno compiuto 12.400 viaggi e hanno trasportato 1,14 milioni di unità di carico da venti piedi, con un aumento rispettivamente del 50% e del 56% rispetto all’anno precedente.