Arriva ad una conclusione, purtroppo non felice, la vicenda degli scontri e delle tensioni che si sono verificate negli ultimi due mesi presso le piattaforme logistiche di Truccazzano, Vimodrone e Pozzuolo Martesana (ne abbiamo parlato qui). LGD, braccio logistico della Brivio & Viganò, ha annunciato infatti di essere stata costretta a licenziare 40 lavoratori.
In una nota, la società si definisce «vittima di ben 18 blocchi violenti di merci e persone nell’arco di 4 settimane, ad opera di un gruppo di lavoratori». La decisione di lasciare a casa ben 40 operai, scrive la coop milanese, «è arrivata a valle di uno stato di agitazione proclamato su presunte irregolarità, poi cadute alla verifica dei fatti».
La vicenda è nota: guidati dal sindacato Sì Cobas, nelle ultime settimane alcuni addetti alla logistica avevano dato vita ad accese proteste di fronte alle sedi logistiche della LGD, sfociati anche in alcuni momenti di tensione. Le proteste erano motivate dal fatto che, secondo quanto riportato dai rappresentanti dei lavoratori, vi sarebbero stati ammanchi sullo stipendio e alcune sospensioni cautelari dal lavoro. Ma l’azienda ha sempre rigettato ogni accusa e anzi ha definito illegittime le proteste.
Dopo una serie reiterata di blocchi e scontri, si è arrivati così alla scenario più temuto: il licenziamento di 40 operai. «Il forte impegno della Prefettura e la disponibilità dell’azienda a numerosi incontri – giustifica l’azienda in una nota – non sono bastate a trovare soluzioni conservative a valle di una assunzione formale di responsabilità dei lavoratori per i gravi fatti commessi, che i lavoratori si sono più volte rifiutati di sottoscrivere. Tali manifestazioni, illecite e spesso violente, pongono LGD di fronte al concreto rischio di sopravvivenza economica, considerando che la Cooperativa occupa altri 1.200 lavoratori, tra dipendenti e soci».
«Ancora oggi non comprendiamo la ragione della violenza delle azioni poste in essere, sfociate anche in una aggressione fisica nei confronti di un dipendente che si recava al lavoro nel sito di Pozzuolo Martesana», ha commentato il Presidente della Cooperativa, Giuseppe Ghezzi. «Questi comportamenti illeciti e violenti, che stigmatizziamo con decisione, certamente non rientrano nel diritto di sciopero -come sostenuto dai rappresentanti dei lavoratori-, istituto che per noi ha un grande significato e valore. Questa decisione, seppur difficile, è la conseguenza di azioni irresponsabili, senza alcun fondamento concreto, che non possono non essere sanzionate anche nel rispetto degli altri lavoratori che hanno subito queste continue provocazioni senza far mancare mai il loro impegno».