«Sembra che alcune iniziative recenti per la tutela dell’ambiente e del clima non abbiamo il necessario approccio olistico allo sviluppo sostenibile. Penso al pacchetto di proposte europee FIT for 55 o al superamento, non adeguatamente ponderato, dei Sussidi Dannosi per l’Ambiente». È stato molto netto il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, aprendo la seconda giornata del sesto Forum Internazionale dell’associazione, in corsa a Roma. Uggè ha prima espresso prima il timore che gli autotrasportatori si trasformino «da eroi a inquinatori» e poi ha spiegato in concreto che «i camion e le navi non si muovono per far crescere il particolato o gli ossidi di zolfo; il punto è che, senza di loro l’economia si ferma. E le alternative pienamente sostenibili al diesel e al bunker ancora non sono mature». E da questo punto di vista la tecnologia e l’organizzazione hanno ancora da dire molto. Secondo il presidente di Conftrasporto, infatti, non è concepibile che un camion elettrico «per avere un’autonomia adeguata necessiterebbe di un pacco batterie di 15 tonnellate». Quindi si ridurrebbe la merce trasportata e bisognerebbe aumentare il numero dei camion in circolazione. Con buona pace dell’ambiente.
Le soluzioni da trovare, quindi, devono costruire un pacchetto di alimentazione articolato, anche se l’approccio deve essere tecnologicamente neutrale. L’altra grande soluzione è poi quella emersa in tutto il Forum, di lavorare cioè sullo sviluppo dell’intermodalità. E a tale scopo Uggè hja ricordato la necessità, sul fronte ferroviario, di rimuovere le strozzature, di lavorare sui limiti di sagoma, sulle lunghezze dei binari dei terminal. Infine, Uggè ha chiesto di rendere strutturale gli incentivi al trasporto combinato, l’unica realtà possibile da non penalizzare con idee su un futuro futuribile. Una richiesta, peraltro, alla quale la viceministra Bellanova, presente al Forum, ha risposto in modo positivo.
Infine Uggè ha anche ricordato quanto ha già fatto l’autotrasporto in termini ambientali. Secondo una ricerca del nostro Ufficio Studi, ciascun veicolo pesante impegnato in servizi di trasporto in conto terzi, nel 2017 ha versato, in media, tasse ambientali in eccesso rispetto ai danni ambientali generati per circa 5 mila euro, con punte di quasi 9 mila euro per i più puliti Euro VI.
I veicoli pesanti, dal 1991 al 2017 hanno ridotto in Italia le emissioni di gas clima alteranti del 30%, risultato migliore di quello conseguito dall’intera Economia (-20,4%) contribuendo, quindi, soltanto per una quota inferiore al 5%, alle emissioni totali.