«È indispensabile e urgente una sua forte presa di posizione che dia nuova energia all’impresa italiana, riportandola al posto che ha sempre avuto nell’economia europea». Inizia così la lettera inviata in questi giorni dal vicepresidente nazionale dell’associazione Trasportounito, Francesco Annunziata, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
«Da imprenditore dell’autotrasporto – prosegue Annunziata – non posso non evidenziare il calo enorme dei volumi dell’automotive, dove ormai scontiamo perdite di posizioni considerevoli. Il settore del trasporto e della logistica ha bisogno come non mai della sua autorevole attenzione, in considerazione innanzitutto che in questo periodo dal Mar Rosso si alzano minacciosi venti di guerra che certamente si ripercuoteranno sul piano economico, sociale e imprenditoriale della nostra Nazione».
Il vicepresidente lamenta che «la politica non manifesta alcuna preoccupazione per la crisi del nostro comparto, che a pezzi sta andando via dal nostro Paese. Si stima che tra il 2012 ed il 2022 si sia verificata la perdita di oltre 152.000 aziende gestite da giovani under 35, un calo del 23%… da 675.053 a 522.086 unità, mentre il numero di imprese totali è rimasto sostanzialmente stabile».
L’analisi, effettuata dall’Istituto Tagliacarne, attribuisce questo calo nel 61% dei casi allo scarso desiderio dei giovani di cimentarsi nel settore dell’imprenditoria, mentre per il restante 39% dall’abbassamento demografico della popolazione under 35, che in soli 10 anni è diminuita dell’8,8% (pari a 999.049 giovani). «E un’altra causa – aggiunge il rappresentante di Trasportounito – risiede nel crescente timore tra i giovani circa il possesso di adeguate competenze per avviare un’impresa e per rimanere competitivi sul mercato».
«Inoltre – è sempre l’Istituto Tagliacarne a scriverlo – la complessità della burocrazia nazionale rappresenta un ulteriore ostacolo. Nonostante la presenza di iniziative di supporto, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il 70% delle imprese under 35 valuta le procedure come troppo complesse per beneficiare delle risorse offerte… Se le previsioni per il futuro dell’imprenditoria italiana e sul calo demografico dovessero realizzarsi concretamente, poi, entro il 2050 le imprese giovanili potrebbero diminuire ancora del 39,5% rispetto al 2012, raggiungendo quota 408.191».
«Per invertire questa pericolosa tendenza, è fondamentale un sostegno istituzionale mirato che integri formazione, semplificazione burocratica e agevolazioni finanziarie per i giovani imprenditori e non solo… Il rilancio della produttività si può ottenere migliorando il contesto normativo… e innalzando il livello d’innovazione nel settore, nonché le retribuzioni che sono le più basse in Europa».
«Abbiamo bisogno di sostegni – aggiunge poi Annunziata – ma al settore servono regole più che incentivi. In sostanza, è necessario un quadro normativo chiaro e definito che tuteli a 360 gradi la categoria, come ribadito più volte al tavolo tecnico in sede governativa, ma puntualmente senza riscontro».
«Arriviamo da esperienze e percorsi fatti con governi precedenti dove, purtroppo, abbiamo potuto e dovuto constatare l’inconsistenza e l’impreparazione, nel settore delle politiche dell’autotrasporto, dei titolari delle rispettive deleghe governative. Ci eravamo illusi e avevamo sperato che finalmente con il suo governo avremmo affrontato definitivamente certe problematiche e, invece, nulla di fatto».
Trasportounito, per superare questo stallo, nella sua recente assemblea di iscritti e simpatizzanti, tenutasi nel dicembre scorso a Casoria in Campania ha proposto di dare vita a una «Commissione per le regole a cui affidare il compito di preparare un documento da presentare al Governo per il raggiungimento di due obiettivi indispensabili: avere un quadro normativo chiaro e definito, intervenendo con urgenza sulla crisi-conducenti».
Annunziata ricorda infatti a Meloni che mancano 60.000 autisti e che peraltro i giovani hanno difficoltà a puntare su questo lavoro «perché i costi per abilitarsi alla guida dei mezzi sono alti, le patenti arrivano a costare anche a 10 mila euro. Non a caso spesso gli imprenditori italiani sono costretti a ricorrere ad assunzioni di conducenti stranieri già con patenti abilitate per fare fronte alle esigenze».
«Il nostro auspicio – conclude il vicepresidente – è che si cominci ad affrontare finalmente una riforma strutturale del settore, partendo da due tra le sfide più importanti da affrontare: quelle delle infrastrutture e della sostenibilità ambientale delle nostre strutture logistiche e dei nostri mezzi. Se si vuole uscire dalla crisi imprenditoriale e riprendere la crescita, a mio avviso bisogna avere il coraggio di azioni e iniziative forti. Occorre inoltre confrontarsi a viso aperto con i governi degli Stati membri dell’Europa, come lei sta facendo, e noi auspichiamo che analoghe iniziative vengano assunte nell’ambito del governo da lei presieduto».