Lo scorso 1° dicembre le commissioni Finanze e Lavoro del Senato hanno messo la proverbiale «toppa» al decreto Infrastrutture varato 25 giorni prima, approvando un tormentato emendamento al decreto Fiscale che congela i limiti di carico per i veicoli eccezionali introdotti qualche settimana prima (ne avevamo parlato qui), con l’impegno – preso dal ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibili – di rivedere entro il prossimo 30 aprile le nuove linee guida in materia.
Dopo un prolungato tira e molla e una serie di modifiche, l’emendamento riporta, dunque, nei trasporti eccezionali sia il limite massimo di 108 tonnellate (anziché 86, come fissato dal precedente decreto), sia la possibilità di dividere il carico in un massino di sei pezzi, chiudendo almeno per ora una questione irrisolta che affonda le sue radici nell’antico contrasto tra l’industria metallurgica pesante e l’impiantistica nazionali, punte di diamante delle nostre esportazioni bisognose di trasferire verso i porti i propri prodotti, e l’esigenza della sicurezza che le nostre infrastrutture riescono a garantire, soprattutto ai carichi più pesanti, sempre meno.
La questione era tornata a infiammarsi a fine ottobre, quando era stato presentato in commissione Trasporti della Camera un emendamento al decreto Infrastrutture che ripristinava – dopo più di vent’anni – l’indivisibilità dei trasporti eccezionali e ne abbassava il limite massimo da 108 a 86 ton. L’iniziativa aveva subito messo in allarme lo schieramento industriale che, all’approvazione del decreto, aveva immediatamente reagito, con una serie di durissime prese di posizione dei presidenti territoriali di Confindustria. La modifica (nata con l’intenzione di frammentare i carichi maggiori, suddividendoli in più viaggi al fine di ridurre i rischi legati al transito dei veicoli eccezionali su infrastrutture spesso troppo soggette ad usura come ponti e viadotti) si era infatti scontrata con le esigenze produttive e logistiche delle imprese dell’industria siderurgica, che quasi da un giorno all’altro hanno visto diventare carta straccia le autorizzazioni già ottenute per i carichi fino a 108 tonnellate dei prossimi mesi.
Pressato da più parti, il Mims ha dovuto innestare la retromarcia sulle nuove norme in materia di trasporto eccezionale, ripristinando così i limiti di peso che dunque tornano ad essere:
– di 38 tonnellate per i veicoli isolati a 3 assi
– di 48 tonnellate per i veicoli isolati a 4 assi
– di 86 tonnellate per i complessi di veicoli a 6 o più assi
– di 108 tonnellate per i complessi di veicoli a 8 o più assi
Come in precedenza, questi limiti si possono superare in caso si trasporti un unico pezzo indivisibile. Il Ministero, come detto in apertura, ha comunque fatto prendere l’impegno di nuove linee guida, che esso stesso emanerà entro il 30 aprile 2022.