Mettiamo subito un chiaro un concetto: il fatto che il trasporto merci non si sia mai fermato (né avrebbe potuto) non vuol dire che non abbia subito delle perdite. A quantificarle è ora l’Osservatorio Congiunturale Trasporti Confcommercio-Conftrasporto che ha analizzato gli effetti della Covid-19 nell’ultimo semestre del 2020 e, oltre a rilevare una generale riduzione del traffico passeggeri con riduzioni da un terzo del traffico autostradale a tre quarti di quello marittimo, constata una contrazione del trasporto merci in generale del 18,7%, ma, rispetto alla modalità stradale, tale percentuale sale a una più preoccupante 25,8%. La ferrovia, tanto per fare riferimento a un’altra modalità di trasporto, ha contenuto le perdite a un -7%.
Durante il periodo emergenziale l’autotrasporto ha garantito la continuità della filiera della manifattura esportatrice e dell’agroalimentare – necessaria alla sopravvivenza della cittadinanza – e ha assunto, e sempre più assumerà, un ruolo fondamentale nel supportare la distribuzione sanitaria.
«Ecco perché non si deve trascurare il ruolo fondamentale che il settore della logistica e dei trasporti ha svolto durante il periodo emergenziale – dichiara il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè – e le difficoltà che sta subendo dovute ai costi e alle perdite che comunque hanno colpito il settore».
Una dimostrazione tangibile di questo appare evidente anche dalla curva relativa ai milioni di tonnellate/km percorse sulle autostrade italiane dai veicoli pesanti, in cui la ripresa successiva al lockdown – per alcuni versi ancora in corso – non sia ancora giunta ai livelli pre-crisi.
Malgrado tutto ciò le aziende di autotrasporto guardano al futuro in modo ottimistico, seppure il loro rilancio dovrà passare necessariamente da una politica basata su un’azione di sostegno da parte pubblica, divenuta sempre più necessaria.
L’appello del presidente Uggè è rivolto alla politica, in particolare al Premier incaricato Mario Draghi, perché vengano adottate riforme volte a incentivare la transizione verso il green, il digitale e politiche fiscali di sostegno, oltre a ottenere dall’Europa la rimozione del contingentamento delle merci verso l’Austria.
Da ultimo, un dato positivo: mentre il numero delle imprese di autotrasporto continua progressivamente a diminuire (oggi sono 77.467, quando due anni fa erano 81.739), riducendo la polverizzazione del settore, al tempo stesso continua ad aumentare il numero di società di capitale, che oggi esprime il 26% del totale, quando due anni fa si fermava al 22%. Questo a riprova della capacità del settore di far fronte alla crisi tramite strutture maggiormente solide e organizzate.