Crolla nel 2023 il traffico delle merci su ferrovia di una percentuale – -11,3% – che fa impallidire. E registrano una regressione anche il trasporto marittimo (-0,9%) e il cargo aereo (-1,9%). Tiene soltanto la strada che ha visto già nel 2021 e nel 2022 i volumi tornare a livelli pre-pandemici, mentre quest’anno registra un incremento dello 0,5%, piccolo ma significativo a fronte di un’erosione complessiva dei volumi dello 0,6%.
Sono migliori le proiezioni per il 2024, con una crescita totale delle merci trasportate dell’1%, dove il trasporto aereo dovrebbe svettare con +8% e la strada portare a casa un +2,1%. In ripresa anche la ferrovia con un +1,3%, forse anche grazie allo sblocco degli incentivi e alla risoluzione delle criticità dovute ad alcuni incidenti che hanno condizionato la circolazione su intere regioni italiane.
È quanto emerge dell’Osservatorio sui trasporti dell’Ufficio Studi di Confcommercio presentati in apertura dell’8° Forum internazionale di Conftrasporto che si tiene oggi e domani a Roma. «La nostra necessità è quella di evidenziare che nel Paese – ha detto Pasquale Russo, presidente di Conftrasporto – c’è un problema di infrastrutture. Al Nord abbiamo alcune arterie stradali e ferroviarie sature e l’incremento del traffico sta stressando ulteriormente un sistema sul quale negli ultimi 20-25 anni non sono stati fatti interventi strutturali».
L’allarme del presidente di Conftrasporto arriva dopo due anni di crescita, durante i quali il ruolo predominante del trasporto su strada nella movimentazione delle merci è rimasto inalterato, facendo registrare anche una leggera crescita: dal 49,5% del 2019 al 51,1% previsto per il 2024. Questo a fronte di un arretramento della quota del mare che passa da un 47,1% del 2019 al 45,3% del 2024, una leggera variazione del cargo ferroviario (da 3,3% al 3,5%) e di un immobilismo del cargo aereo che è fermo allo 0,1%.
Da Conftrasporto arriva anche l’appello a velocizzare la riforma dei porti inserita nel Pnrr. «Abbiamo bisogno che il Governo – ha detto Russo – si confronti con le nostre aziende e che segua una logica complessiva ed europea». Il tema della portualità e della digitalizzazione, che secondo Conftrasporto, è diventato ancora più stringente a fronte dell’evoluzione in corso nella demografia delle imprese di autotrasporto che appaiono sempre più strutturate e intermodali.
I padroncini – si legge nel rapporto – rimangono importanti, ma meno piccoli e più efficienti di una volta. Mentre le imprese attive nel settore si riducono, nel complesso, di oltre 9mila unità tra il 2018 e la prima parte del 2023, le società di capitali crescono di 4mila unità, passando, in quota sul totale dal 22% al 30,2% (21.852 su un totale di 72.273).