Ci sono due viceministri e un sottosegretario alle «Infrastrutture e ai Trasporti». E sono Edoardo Rixi, Galeazzo Bignami e Tullio Ferrante. O almeno così li ufficializza il Consiglio dei ministri del 31 ottobre 2022. E questa indicazione fa intendere che il ministero riprende la sua precedente denominazione abbandonando quella di Infrastrutture e Mobilità sostenibile scelta dal precedente ministro Enrico Giovannini. Ma veniamo ai nomi, specificando prima che le deleghe specifiche per i singoli comparti saranno assegnate soltanto tra due o tre giorni al massimo, quando si chiarirà quindi anche come saranno distribuite tra Infrastrutture e il nuovo ministero del Mare (accorpato a quello del Sud). Fonte di potenziali polemiche.
Il primo, quello di Edoardo Rixi, lo avevamo già anticipato, visto che nei giorni scorsi si era subito affrettato a ribattere a tono, quasi fosse direttamente coinvolto, a Raffaella Paita, capogruppo al Senato per Azione-Italia Viva che accusava Salvini di cercare alibi per rallentare la realizzazione di importanti opere. Rixi ha 48 anni, è laureato in Economia e la nomina di oggi in parte lo ricompensa, giacché era già stato viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, ma si era dimesso dall’incarico per evitare contrasti tra Lega e Movimento 5 Stelle, alleati nel primo governo Conte. Rixi, infatti, era rimasto coinvolto in un processo per le spese pazze nella Regione Liguria e le dimissioni era giunte dopo la condanna di primo grado. In appello però è stato assolto e nello scorso marzo l’assoluzione è diventata definitiva.
In ogni caso Rixi della squadra ministeriale è l’esponente più titolato, sia perché vanta esperienza diretta nel settore quale responsabile delle Infrastrutture per la Lega, sia per il ricordato passato da viceministro, quando peraltro ottenne anche la delega all’autotrasporto, affiancato a quella per i porti, sia perché già come assessore della Regione Liguria alle Attività produttive di fatto si era occupato di porti.
«Con Matteo Salvini ministro ed Edoardo Rixi vice ministro – hanno subito commentato Francesco Buzzone e Stefania Pucciarelli, due parlamentari leghisti della Liguria – viene riproposto quel modello di concretezza che è stato già messo in atto con la realizzazione del Decreto Genova. Ci sono tante sfide da vincere anche in Liguria, tanti cantieri che aspettano il semaforo verde per la crescita del nostro Paese».
Galeazzo Bignami, invece, è stato eletto nelle liste di Fratelli di Italia, è bolognese, di professione avvocato e già la settimana scorsa si era espresso a proposito di un’infrastruttura – il Passante autostradale – che a Bologna vale quanto la Gronda per Genova. Bignami aveva detto in particolare che l’infrastruttura, che di fatto consiste in un allargamento di tangenziale e autostrada, «va migliorata, realizzando una viabilità complementare a sud». Ma era un giudizio non ancora supportato da uno studio e un’analisi approfondita. C’è da giurare quindi che presto argomenterà meglio questa affermazione.
Tullio Ferrante, infine, ha 33 anni è di San Giorgio a Cremano (Napoli), è molto legato dal punto di vista politico a Marta Fascina. È stato eletto nelle liste di Forza Italia alla Camera nella quota proporzionale per la provincia di Salerno. Anche lui, come Bignami, è avvocato – per la precisione è senior associate di Tonucci & Partners –specializzato in contrattualistica commerciale e crisi di impresa.