Venerdì scorso l’IRU (Unione internazionale dei trasporti stradali) ha formalmente chiesto alla Commissione Europea di chiarire le implicazioni pratiche della recente sentenza della Corte di giustizia UE su alcune normative contestate del Primo Pacchetto Mobilità.
In particolare, l’associazione fa riferimento alla decisione del 4 ottobre scorso con cui la Corte aveva annullato la norma sul ritorno del veicolo, che richiedeva agli operatori dei trasporti di riportare a casa i camion ogni otto settimane, confermando tuttavia la validità di tutte le altre disposizioni messe in discussione dagli Stati membri (regole sui tempi e di guida e di riposo, distacco dei conducenti e accesso al mercato).
Domanda: cosa implica la sentenza UE?
Il settore del trasporto su strada europeo – si interroga l’IRU – vuole comprendere le implicazioni effettive della sentenza. In particolare, «c’è ancora incertezza tra le parti interessate sugli effetti immediati della decisione della Corte. Inoltre, gli operatori dei trasporti vorrebbero una posizione ufficiale su come la sentenza influisca sulle multe precedenti al verdetto».
Per questi motivi l’Unione ha inviato una lettera alla Commissione europea, chiedendo risposte formali sulle conseguenze pratiche del giudizio. Si domanda infatti l’IRU cosa rispondere ai trasportatori che cercano di capire se possano essere ancora multati per non aver riportato a casa il proprio veicolo. »E questo – spiega Raluca Marian, direttrice IRU per la difesa dei diritti dell’UE – nonostante la Corte dell’Unione europea abbia chiaramente affermato che la disposizione in esame è nulla. Per noi insomma può essere chiaro che la decisione della Corte abbia un effetto immediato, ma le centinaia e migliaia di microimprese che effettuano trasporti continentali non hanno tutte familiarità con il complicato sistema di sentenze dell’organo lussemburghese»”.
Oltre che per l’annullamento della restituzione del veicolo, l’IRU ha poi chiesto precisazioni su come la sentenza incida sulla comprensione e applicazione pratica del ritorno del conducente e sull’interpretazione comune delle situazioni di distacco e non distacco dell’autista.
«Dato che la Commissione ha finora guidato il settore in modo competente – conclude Marian – rimaniamo in attesa di un riconoscimento ufficiale, anche perché, al momento, la pagina web della Commissione sulle norme di accesso al mercato non elenca nemmeno la decisione della Corte e sta ancora spiegando come il veicolo dovrebbe tornare a casa. A questo riguardo, l’IRU auspica un approccio in due fasi, con una spiegazione molto urgente sulle disposizioni relative alla restituzione del veicolo e un’analisi più approfondita del ragionamento della Corte sugli altri motivi».