È possibile, con la pubblicazione del decreto direttoriale del ministero delle Imprese e del Made in Italy, presentare tramite l’apposita piattaforma le comunicazioni di completamento dei progetti innovativi relativi al Piano Transizione 5.0. Tali comunicazioni vanno trasmesse attraverso il sistema telematico per la gestione della misura disponibile nell’apposita sezione “Transizione 5.0” del sito internet del GSE, a cui si può accedere tramite SPID.
Già lo scorso 16 agosto lo stesso ministero delle Imprese insieme al Gestore dei servizi energetici (GSE) avevano pubblicato una circolare operativa in cui si chiarivano i punti salienti per ottenere l’agevolazione, come per esempio:
- la determinazione dei risparmi energetici;
- la definizione della struttura produttiva e del processo interessato dall’investimento;
- l’individuazione della tipologia di moduli fotovoltaici ammessi al beneficio;
- la comunicazione di successive modifiche al progetto presentato;
- le modalità con cui saranno condotti i controlli.
Il Piano Transizione 5.0 concede un credito d’imposta fino al 45% alle imprese residenti in Italia che, a prescindere da dimensioni, forma giuridica e settore di attività, tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 investano in progetti di innovazione in grado di contenere i consumi energetici e di conseguenza le emissioni.
Le risorse stanziate ammontano a 6,3 miliardi di euro facenti parte del pacchetto PNRR suddivise in questo modo:
- 3.780 milioni di euro per beni strumentali;
- 1.890 milioni di euro per autoconsumo e autoproduzione;
- 630 milioni di euro per la formazione.
Più in dettaglio i beni strumentali materiali e immateriali incentivabili devono consentire una riduzione dei consumi energetici del sito produttivo non inferiore al 3% o, in alternativa, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.
Si tratta di un meccanismo analogo, evoluto e potenziato, della misura Industria 4.0 attiva da dicembre 2016. Prova ne sia che i beni agevolabili devono rispettare gli stessi requisiti di allora, ma è possibile beneficiare di crediti d’imposta superiori grazie alla riduzione dei consumi energetici certificata.
Va anche sottolineato che sono incentivabili gli impianti di autoproduzione di energia elettrica e quindi anche quelli fotovoltaici, ma solo se associati a un progetto di innovazione 5.0 e solo con l’installazione di pannelli «made in UE».
Infine, la circonferenza dei beni incentivabili comprende anche la parte software espressa da ERP, piattaforme e applicazioni dedicati all’intelligenza degli impianti, sistemi e altri strumenti in grado di efficientare i consumi energetici. Anche il software gestionale compare in questo elenco come uno strumento abilitante alla transizione digitale e sostenibile, anche se non appaiono elementari la modalità con cui accedere ai relativi investimenti.