Al Fusa Expo di Brescia – fiera B2B dedicata alle innovazioni per aziende e professionisti – è nata ETA (Ethical Transport Approach), una nuova associazione dedicata alla riqualificazione professionale degli autisti nei trasporti su gomma, per iniziativa di Emanuela Carpella e Giuseppe Lacorte, alla guida di due aziende di trasporti locali e rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione.
Secondo i fondatori, l’esigenza di una realtà che si occupasse di gestione etica della professione di autotrasportatore nasce dalla evidente considerazione che il settore soffre di una grave carenza di organico, anche perché guidare un camion non è ritenuto un lavoro attrattivo.
Ciò dipende da diversi fattori: «Sussistono dei cliché sociali – spiega ETA – che non corrispondono più alla realtà di un’attività che richiede notevoli competenze tecnologiche e in tema di sicurezza, oltre a soft skill necessarie per sostenere il livello di stress da gestire giorno e notte».
Inoltre, nella maggior parte delle aziende di trasporto commerciale, la figura dell’autista non ha ancora ricevuto il giusto riconoscimento, con una formazione non sempre puntuale e stipendi non adeguati. Per rilanciare un comparto strategico dell’economia Italiana «occorre dunque adottare un nuovo standard di gestione degli autisti, che preveda più rispetto, più formazione e un nuovo approccio etico».
Ecco quindi la proposta di un Decalogo che aiuti a cambiare la situazione. I 10 consigli sono:
1) LE PERSONE AL CENTRO. I dipendenti delle aziende di logistica e trasporti svolgono un lavoro importante, spesso in condizioni pericolose e molto stressanti. È il momento di mettere al centro le persone che operano nel trasporto, l’autista e chi dirige l’organizzazione giornaliera, facendole sentire parte integrante dell’azienda e investendo in formazione professionale e immagine.
2) INCLUSIONE E ACCOGLIENZA. Tutti i partner di ETA fanno della diversità un punto di forza. L’impegno si nota anche nell’assunzione di presenze femminili, essenziali per contribuire a creare una nuova reputazione al ruolo dell’autista.
3) COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI. I partner includono autisti e corrieri nei processi decisionali, così da mettere al centro i loro bisogni e rendere più semplice e piacevole il loro lavoro. Proprio per questo nella sede di ciascun partner dev’essere presente un’area dedicata agli incontri tecnici operativi.
4) ATTENZIONE PER IL DIPENDENTE, PER LA SALUTE E IL BENESSERE MENTALE. Le aziende partner si prendono cura dei propri dipendenti, svolgendo controlli costanti, garantendo sorveglianza sanitaria e implementando corsi per la gestione dello stress, di educazione alimentare, di meditazione e di relazione umana.
5) AREA RELAX. Le aziende che aderiscono al progetto mettono a disposizione nelle loro sedi aree dedicate all’accoglienza con ogni tipo di ristoro, creando un ambiente rilassante dove potersi riposare dopo lunghe ore al volante.
6) FORMAZIONE E TRAINING SPECIFICO. Ethical Transport Approach si impegna a verificare che tutti i membri forniscano ai propri dipendenti un’appropriata formazione professionale, comprensiva di corsi specifici di aggiornamento e di sicurezza per essere preparati al meglio.
7) CONTROLLO E MANUTENZIONE MEZZI. Per garantire di lavorare sempre in completa sicurezza, le aziende che aderiscono al progetto si impegnano a controllare in modo costante e frequente tutti i mezzi della loro flotta, inserendo nel team una figura di riferimento per le opportune verifiche.
8) FORNITURA DI STRUMENTI ADEGUATI. Il lavoro di tutti i dipendenti è organizzato e gestito attraverso modelli e sistemi efficaci ed efficienti, grazie anche alla fornitura di strumenti adeguati all’ottimizzazione delle attività quotidiane.
9) BASTA CON IL CLICHÉ NEGATIVO DEL CAMIONISTA. Gli autisti, corrieri e autotrasportatori delle aziende partner devono operare in divisa aziendale con il logo Ethical Transport Approach, come veri piloti. L’uniforme vuole rappresentare l’importanza del loro lavoro e della responsabilità che hanno sulla strada.
10) RETRIBUZIONE ADEGUATA GARANTITA. I partner del progetto si impegnano a pagare regolarmente i loro dipendenti, dando loro una retribuzione adeguata per l’importante lavoro che svolgono.
I COMMENTI
Antonio Colaianni – Project Development manager ETA- «L’associazione intende portare la sostenibilità sociale nei trasporti, con azioni mirate a riqualificare la figura dell’autista, per migliorare la qualità del suo lavoro, la sua salute e la sicurezza stradale».
Ettore Pomarici, formatore CQC -«Superato l’esame per avere la qualifica di conducente, l’autista dovrebbe seguire corsi di aggiornamento ogni 5 anni, ma non essendo previsto un test finale, l’impegno viene eluso o vissuto come un fastidioso obbligo burocratico. L’impressione è che manchi un’identità professionale e gli autisti si adattano a situazioni non ben definite tra datore di lavoro e committenti».
Agostino Crosti, professore al Politecnico di Milano in ‘Diritto penale ed etica dell’ingegnere industriale’ – «Il cambio di rotta nella logistica, promosso da ETA, è nell’interesse di tutto il tessuto produttivo italiano, perché la centralità della persona è uno dei fondamenti del made in Italy. Se non si attraggono più giovani disposti a lavorare, con passione e dedizione, nel comparto degli autotrasporti come in quello industriale il rischio concreto è che il made in Italy si dissolva, per carenza del suo fattore di successo: l’essere umano».