Canta Sanremo, Genova un po’ meno. Nei giorni in cui va in onda il festival canoro più famoso d’Italia, nel capoluogo genovese tira aria di polemica. Ma non è quella legata alla furia di Blanco, agli abiti di Chiara Ferragni o al monologo di Paola Egonu sul tema del razzismo. A Genova l’atmosfera si è elettrizzata per le dichiarazioni al vetriolo di sette associazioni dell’autotrasporto territoriale (Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap, Lega Cooperative e Trasportounito), che alcuni giorni fa hanno inviato una missiva al sindaco di Genova e ai presidenti della Regione Liguria e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure per chiedere «il pagamento urgente dei rimborsi relativi ai ritardi causati dai cantieri autostradali della Liguria», con un ultimatum: se entro la data del 15 febbraio non si smuoverà nulla, nel capoluogo ligure scatterà un fermo generalizzato dell’autotrasporto.
Il motivo di questo stato di agitazione è presto detto. L’ultima rassicurazione da parte delle istituzioni locali risale al 5 maggio 2022, quando nel corso di un Assemblea di Autostrade per l’Italia fu ricordato che gli autotrasportatori operativi nel territorio genovese avrebbero dovuto ricevere 180 milioni di euro, provenienti dalle risorse messe a disposizione dall’Aspi come risarcimento per il territorio all’indomani del crollo del ponte Morandi. Ma nove mesi dopo, nulla si è smosso.
Visto il pressing delle associazioni, ma soprattutto per scongiurare un fermo, la Regione ha fatto il primo passo per stemperare gli animi e giungere a un accordo tra le parti. E così il 7 febbraio il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha incontrato le associazioni territoriali dell’autotrasporto, insieme al sindaco di Genova, Marco Bucci, e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini. Un incontro che sarebbe andato a buon fine, dal momento che l’autotrasporto ha ottenuto quello che richiedeva. «Entro due settimane – ha detto il governatore della Liguria – verrà aperto un tavolo tecnico con Autostrade e gli enti locali per definire le modalità dei rimborsi», che saranno erogati tenendo conto di una riprogrammazione dei fondi: non più 180 milioni spalmati su 6 anni, ma su un arco di tempo più ristretto, 3 o 4 anni al massimo, «visto che ci auguriamo – ha aggiunto il governatore – che la fase acuta di ristrutturazione della rete sia di durata inferiore».
L’augurio delle associazioni a questo punto è che il tavolo tecnico venga costituito effettivamente entro le due settimane promesse (quindi entro il 21 febbraio), e che tutto ciò non rimanga ancora una volta una semplice rassicurazione. Altrimenti sarà di nuovo pronto sul piede di guerra.