Di fatto c’è soltanto un articolo in cui si cita l’autotrasporto nella legge di Bilancio 2023, quella, ancora in bozza, ma bollinata dalla Ragioneria e pronta per addentrarsi nel dibattito parlamentare in cui può rimanere al massimo fino al 31 dicembre, visto che il giorno successivo, con l’inizio dell’anno nuovo, deve entrare in vigore. È l’articolo 85 in cui «è autorizzata la spesa finalizzata al riconoscimento di un contributo volto a mitigare gli effetti degli incrementi di costo per l’acquisto del gasolio impiegato in veicoli di categoria euro 5 e superiore». Riconoscimento che, al pari degli 85 milioni comparsi nel decreto Aiuti Ter, viene riconosciuto soltanto alle imprese di autotrasporto aventi sede legale o stabile organizzazione in Italia.
Si tratta in definitiva di una sorta di replica: così come a inizio anno, prima del taglio generalizzato delle accise, con uno stanziamento di 500 milioni, si era provveduto a mitigare gli extracosti delle imprese di autotrasporto, allo stesso modo si opera adesso, dopo che il taglio delle accise è stato ridimensionato e quindi non assorbe più del tutto il tetto del rimborso delle accise prevista dalla normativa. E forse proprio il fatto che una parte di riduzione del costo del gasolio viene imputata a taglio delle accise alla pompa e il resto a rimborso, giustifica il minore importo (200 milioni invece che 500) destinato a quelle aziende attive con veicoli di classe euro 5 e superiore (sarebbe euro VI, per essere precisi, ma fa lo stesso), che erano state vittima di un’ingiustizia ambientale, in quanto, seppure destinatarie esclusive del rimborso delle accise, proprio perché avevano investito di più in camion meno inquinanti, erano state poi trattate al pari di tutti.
Al momento attuale non si può dire comunque che tutto avverrà come la volta scorsa. Perché la stessa disposizione puntualizza che le modalità e i termini per l’erogazione dei 200 milioni, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, saranno definiti da un decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, da approvare entro il 31 marzo 2023. In ogni caso il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, dopo aver espresso parere favorevole sulla misura, ha sottolineato che «dovrà essere reso fruibile con il credito d’imposta». Una sottolineatura che peraltro arriva proprio all’indomani dell’audizione di Confcommercio alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, dove lo stesso Uggè ha chiesto al ministero «che il pagamento delle risorse già disponibili per le imprese di trasporto su strada avvenga in tempi rapidi».
Ricordiamo pure, come già anticipato, che c’è un altro provvedimento di sostegno previsto per le imprese di autotrasporto: quello contenuto nell’articolo 2 (comma 4) del II Titolo in materia di energia elettrica, gas e carburanti, in cui si qualificano come «non gasivore» anche le imprese di autotrasporto e quindi si concede pure a loro un contributo straordinario sotto forma di credito di imposta, a parziale compensazione dei maggiori oneri, quantificato nel 45% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas naturale consumato nel primo trimestre del 2023 per usi energetici diversi da quelli termoelettrici, qualora il prezzo di riferimento del gas, calcolato come media riferita al quarto trimestre 2022, abbia subito un incremento superiore al 30% del corrispondente prezzo delle stesso trimestre del 2019.