Non ci sta l’autotrasporto in merito alla circolare diffusa ieri dal MIMS con cui ha di fatto esentato dall’obbligo del green pass gli autisti di mezzi pesanti provenienti dall’estero.
Il provvedimento è stato infatti pesantemente contestato da più parti della filiera, sia dagli autotrasportatori (la nostra pagina facebook ad esempio, già pochi minuti dopo la pubblicazione della notizia, è stata subito animata da commenti contrariati), sia dalle associazioni che anzi da tempo chiedevano al governo misure esattamente opposte: il riconoscimento del green pass per gli autisti stranieri che si sono vaccinati nel loro Paese (anche con vaccini non riconosciuti dalle nostre autorità sanitarie); una deroga per gli autisti non in possesso dal 15 ottobre della certificazione verde; il cercare di evitare trattamenti differenziati con le imprese italiane. Tutte misure che, invece, sono rimaste inascoltate, contribuendo a far innalzare il tono delle polemiche.
«Discriminazione», «incredulità», «vergona» sono le parole chiave che stanno tenendo banco sull’argomento in queste ultime ore e che stanno rimbalzando sui vari media. Unatras – la sigla che raggruppa Fai, Fiap, Unitai e Assotir per Conftrasporto, e Cna Fita, Confartigianto Trasporti, SnaCasartigiani – subito dopo l’emanazione del decreto ha diramato una nota con cui riteneva «inaccettabile che il Governo preveda un regime alternativo sulla normativa del Green Pass a unico vantaggio delle imprese estere». L’Unione delle principali associazioni dell’autotrasporto italiane ha definito poi «vergognoso» il fatto che tutto questo sia avvenuto a poche ore di distanza dall’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per accedere ai luoghi di lavoro, contribuendo così ad «aumentare incertezze, preoccupazione e difficoltà tra gli operatori. Così si rischia di alimentare sentimenti di malcontento e rabbia tra gli operatori».
Sempre Unatras, in un successivo comunicato, ha affermato che «almeno il 25% di camion delle imprese italiane già da questa mattina è stato costretto a fermarsi per fare largo ai vettori stranieri, innescando di fatto una forma di concorrenza distorta che danneggia un settore centrale della nostra economia».
Sul piede di guerra Confartigianato Trasporti, che ha smentito con forza quanto ha affermato la nota del MIMS in merito alla condivisione della decisione sulla normativa sul green pass a seguito delle interlocuzioni con le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali. L’associazione ha anzi spiegato che aveva richiesto pubblicamente soltanto chiarezza applicativa per la peculiare attività lavorativa dei trasportatori e la medesima applicazione delle regole a tutti gli operatori, senza alcuna distinzione basata sulla nazionalità.
«Al contrario – scrivono – con tale palese discriminazione per gli autotrasportatori italiani, il Governo fa un doppio autogol: acuisce la tensione sociale già altissima nel Paese aumentando la rabbia di chi viene penalizzato e favorisce la concorrenza sleale attraverso il dumping sociale degli esteri indebolendo le misure di tutela della salute pubblica in materia anticovid».
Intanto stanno andando avanti oggi le manifestazioni in tutto il Paese da parte dei lavoratori per dire «no» alla certificazione verde obbligatoria nei luoghi di lavoro. Da Aosta a Cagliari, da Torino a Messina, i presidi, i cortei e le mobilitazioni nelle piazze sono tanti, ma non si registrano particolari disordini.
Anche a Trieste, che in questi giorni è stato il fronte più caldo per via della ripetuta minaccia dei lavoratori di bloccare a oltranza lo scalo portuale se non vi fosse stato il ritiro della norma che impone l’obbligo del green pass, l’attività portuale prosegue quasi con regolarità.
RaiNews riporta che tutti i varchi dello scalo, tranne il numero 4 dove si sta svolgendo la manifestazione, sono regolarmente aperti consentendo il transito sia di vetture che camion. Anche il servizio interno di treni sta proseguendo con regolarità.