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La Ue stringe su emissioni CO2. Uggè (Fai): «In gioco il futuro delle nostre imprese»

Via libera dell’UE alla stretta sulle emissioni di Co2 per i nuovi veicoli pesanti. Approvato il regolamento a larga maggioranza. Contro solo Italia, Polonia e Slovacchia, astenuta la Repubblica Ceca. Il commento del presidente della Federazione degli Autotrasportatori Italiani

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Il 13 maggio scorso il Consiglio Ue ha approvato a larga maggioranza il Regolamento che stabilisce la stretta sulle emissioni di CO2 per i nuovi veicoli pesanti dal 2025. Contro il Regolamento hanno votato Italia, Polonia e Slovacchia, mentre la Repubblica Ceca si è astenuta.
Gli obiettivi – che interessano i veicoli pesanti sopra le 7,5 ton e i bus – prevedono una riduzione delle emissioni del 45% al 2030, del 65% al 2035 e del 90% al 2040 rispetto agli standard fissati nel 2019, oltre al target del 15% al 2025 già previsto dalla normativa vigente.
Il prossimo passaggio è la pubblicazione del Regolamento sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione per entrare in vigore.

Il testo concordato con il Parlamento Ue prevede inoltre una valutazione intermedia degli obiettivi della Commissione Europea nel 2027. Su richiesta tedesca, la Commissione dovrà valutare l’opportunità di introdurre una metodologia comune per la valutazione e la comunicazione dell’intero ciclo di vita delle emissioni di CO₂ dei veicoli pesanti nuovi entro un anno dall’entrata in vigore del provvedimento.

«La decisione della UE, che continua a voler sostenere una politica ambientale strumentale e ideologica, deve impegnare tutti coloro che sono convinti di quanto simili decisioni siano il frutto solo di scelte che puntano a penalizzare le attività legate alla mobilità, in particolare quelle dell’autotrasporto», commenta Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto che lancia l’appello «Dobbiamo impegnarci a sostenere quelle forze politiche responsabili che promuovono principi come la neutralità tecnologica, oltre alla necessità che i temi legati alle emissioni inquinanti, e le conseguenti decisioni, siano affrontati in una logica mondiale».
Uggè poi conclude sostenendo che «Da qui ai giorni delle elezioni europee occorre l’impegno di tutti per non doversi pentire amaramente dopo. In gioco non c’è la salute del pianeta, come asseriscono gli ideologi che alimentano le paure con le loro teorie false: in gioco c’è il futuro delle nostre imprese».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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