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La logistica e la sfida della sostenibilità

Innovazione e sviluppo sostenibile al centro del secondo workshop Logista - The European House Ambrosetti

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La transizione ecologica del settore della logistica e dei trasporti non è più rimandabile, ma qual è la strada giusta da percorrere? Quali sono le sfide che le aziende dovranno affrontare nel prossimo futuro? Di questo si è parlato a Roma nel corso del secondo di un ciclo di incontri organizzato da Logista e The European House – Ambrosetti con l’obiettivo di avviare un dibattito aperto e informato su temi di grande rilevanza per il Paese.  
Il workshop, moderato da Alessandro De Biasio, ha visto la partecipazione di diversi esponenti istituzionali, tra cui l’On. Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo e l’On. Alessandro Morelli, viceministro del MIMS; oltre che del Sen. Agostino Santillo e dell’On. Mauro D’Attis.
Numerosi anche gli spunti provenienti da diverse realtà imprenditoriali, tra cui Logista, Vailog Segro Group, Volta Trucks e Iberdrola, che hanno esposto le soluzioni introdotte nell’ottica della transizione ecologica. «Nell’era della sostenibilità – ha spiegato nella sua introduzione Alessandro De Biasio – la parola chiave è performance. Non basta più raccontare cosa si sta facendo, bisogna dimostrarlo».

Federico Rella, vicepresidente Logista Italia SpA, primo operatore in Italia nel settore della distribuzione, ex ETI, che gestisce la distribuzione di prodotti in oltre 55.000 punti vendita in Italia, ha sottolineato come «se pensiamo ai fatti cui stiamo assistendo oggi, appare evidente che è arrivato il momento di fare qualcosa di concreto, unendo la sostenibilità economico-produttiva alla sostenibilità ambientale. In Logista ci siamo impegnati in primo luogo a cambiare la cultura aziendale, prevendendo corsi di formazione per gli autisti su una guida più sostenibile, software in grado di calcolare il migliore percorso sia in termini di emissioni che di tempistiche e sviluppando alcuni progetti pilota, a Milano e Torino, per l’ultimo miglio, prevedendo mezzi elettrici o co-alimentati a metano e diesel. Per la nostra flotta – ha proseguito Rella – abbiamo invece inizialmente puntato sul gas liquido, con un importante investimento anche dal punto di vista economico. La mancanza di omogeneità nella diffusione sul territorio nazionale delle infrastrutture a supporto ci ha però portato a concludere che con questa soluzione non è possibile coniugare l’operatività con la sostenibilità. Stiamo quindi valutando soluzioni alternative, ma prima di pianificare nuovi investimenti è necessario comprendere meglio lo scenario».

Soluzione alternativa che potrebbe arrivare dall’idrogeno verde, come sottolineato dal viceministro Alessandro Morelli: «Il Governo vuole porre l’accento su questa grande opportunità di sviluppo su cui sono già in atto importanti investimenti da parte delle aziende private, ma crediamo che un investimento pubblico potrà fare da vero e proprio volano affinché tutti quanti possano avere a disposizione queste nuove tecnologie. Per quanto riguarda il PNRR, il Governo ha inteso di investire circa 2 miliardi di euro su tutto il tema dell’idrogeno che potrà così essere un’opportunità per vari tipi di mobilità. Ma una transizione, per essere tale, ha la necessità di avere un percorso temporale affinché tutte le aziende possano adeguarsi e diventare protagoniste del cambiamento, senza lasciare indietro nessuno».

«L’idrogeno ha una valenza particolare in tutti i settori nei quali c’è una complicazione tecnica nel renderli indipendenti dalle emissioni di C02» ha proseguito poi Antonio Zucconi, Head of Regulatory and Public Affairs di Iberdrola. «Il primo passo da compiere a breve termine è dunque quello di contribuire alla transizione in questi settori, avviando un processo di riconversione industriale per sostituire l’idrogeno grigio con l’idrogeno verde. Il passo successivo sarà dedicato alla mobilità terrestre, cioè al trasporto pesante su gomma e ferrovia e, in ultimo, i processi industriali più complessi e il trasporto navale o aereo, dove la tecnologia impiegherà ancora del tempo per consentire l’utilizzo dell’idrogeno. In tal senso, come Iberdrola abbiamo stimato un orizzonte temporale di circa dieci anni. Un’altra componente fondamentale è evidentemente il prezzo e la competitività dell’idrogeno rispetto alle fonti oggi utilizzate, come il gas metano. Oggi l’idrogeno non è ancora competitivo ma lo sarà presto. L’obiettivo posto dal progetto Green Hydrogen Catapult, cui Iberdola partecipa insieme ad altri player mondiali nella produzione di idrogeno, è quello di raggiungere nel 2026 un prezzo dell’idrogeno pari a 2 euro al chilogrammo. Ciò consentirebbe di essere sostenibile dal punto di vista economico e accelerare il processo di riconversione dei settori industriali”.

Nuove sfide attendono quindi il settore nel prossimo futuro. «Avere target ambiziosi di sostenibilità – ha spiegato la vicepresidente del Parlamento Europeo, On. Pina Picerna – è un’opportunità fondamentale anche per i trasporti e la logistica. Ma cosa possiamo e dobbiamo fare? In primo luogo, abbiamo bisogno in tempi brevi di dotare i Paesi membri di connessioni infrastrutturali capaci di coprire in maniera efficiente tutto il territorio europeo, implementare la capacità dei nostri porti, pianificare e sostenere gli investimenti nel medio e nel lungo periodo rendendo flessibile la nostra capacità di adattamento alle sfide che ci richiede il nostro tempo, dotare le città di infrastrutture digitali più performanti e, infine, liberare risorse per la Ricerca e lo Sviluppo anche in ambito logistico. Per fare ciò, abbiamo grandi risorse, come il PNRR, che è un grande piano di investimenti per portare l’Italia e l’Europa nel futuro, in particolare nella transizione digitale ed ecologica, cercando nello stesso tempo di riparare tutte quelle fratture che esistono e che pesano nel nostro Paese. In questa fase di transizione sarà quindi fondamentale sostenere e proteggere le imprese ed equilibrare il nostro sistema in favore delle opportunità e delle competenze».

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