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La Finanza acquisirà i dati di fatturato ai fini del versamento all’ART. Uggè: «Non mi pare intelligente»

Anche per il 2022 bisognerà pagare il contributo all’ART, seppure la soglia di esenzione si alza da 3 a 5 milioni di fatturato. Per gli anni pregressi, invece, l’Autorità si avvarrà dei controlli della Finanza per acquisire i dati relativi ai volumi d’affari. Una decisione fuori luogo per il presidente di Conftrasporto

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Anche per l’anno 2022 le aziende di autotrasporto sono vincolate a versare un contributo di funzionamento all’ART (Autorità di Regolazione dei Trasporti), così come chiarito nella delibera n. 181 del 16 dicembre 2021, dove si puntualizza però che, rispetto al passato, la soglia di esenzione per il pagamento sale fino a 5 milioni, rispetto ai 3 a cui si fermava negli anni passati. Di conseguenza, siccome il versamento ammonta allo 0,6 per mille del fatturato risultante dall’ultimo bilancio approvato alla data di pubblicazione della disposizione, il contributo ammonta a 3.000 euro.
Una cifra da versare rispetto ai 2/3 dell’importo entro il 29 aprile 2022, il resto entro il 28 ottobre 2022.
Fin qui il 2022. Rispetto agli anni precedenti, invece, con la delibera n. 26 del 9 febbraio 2022 la stessa Autorità di Regolazione fa sapere che si avvarrà della Guardia di Finanza per acquisire i dati relativi al volume d’affari ai fini dell’IVA per gli anni d’imposta 2017, 2018 e 2019 degli operatori inadempienti all’obbligo dichiarativo riguardante il contributo di funzionamento dell’Autorità relativo alle annualità 2019, 2020 e 2021. 

In questo modo, cioè, l’Autorità mira a individuare l’esatta base imponibile con cui determinare il contributo dovuto dalle imprese che erogano tre tipologie di servizio di trasporto: quello di merci su strada connesso con porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti; quello di via mare e per vie navigabili interne e quello di merci e/o passeggeri di trasporto aereo.

Una decisione presa, come ricordato, nel mese di febbraio, quando già dalla strada si levavano voci di protesta e insofferenza dovuto all’incremento insostenibile di molte voci di costo. «Non mi pare così intelligente mandare la guardia di finanza ad eseguire controlli su chi non ha corrisposto il contributo previsto dall’ART», ha commentato il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè. «Se non si fanno verifiche sui tempi di pagamento e sul rispetto delle regole più in generale – si è interrogato in modo provocatorio – come è possibile che, in una situazione come quella che stiamo vivendo, ci si prenda la briga di effettuare simili controlli?». Anche sulla risposta a questa domanda, secondo Uggè, ci si dovrà confrontare al tavolo delle regole, la cui istituzione fa parte della piattaforma composta in sede ministeriale per iniziativa della viceministra Teresa Bellanova, per interrompere le proteste dei giorni scorsi e per fornire all’autotrasporto un sostegno concreto. 

Ricordiamo che nel gennaio 2021 il Consiglio di Stato ha dato torto agli autotrasportatori, obbligandoli a pagare almeno dal 2019 in poi.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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