I paesi dell’Est non si arrendono all’approvazione del Pacchetto Mobilità. In questi giorni – dall’8 al 10 luglio – il parlamento europeo si riunisce in seduta plenaria per dare il via libera definitivo a questo articolato contenitore normativo chiamato a rivoluzionare le regole dell’autotrasporto continentale. Ma siccome alcune di queste regole non piacciono ai paesi dell’Est, perché li costringerebbero a innalzare i costi di gestione del trasporto e quindi a competere in condizioni più equilibrate con gli altri Stati membri, stanno facendo di tutto per stopparle.
L’8 luglio, per esempio, proprio per iniziativa di alcuni parlamentari dell’Est sono state votate tre mozioni, che sarebbero dovute servire a respingere: la prima le nuove norme sul distacco degli autisti, la seconda alcune disposizioni sui tempi di guida e la terza il nuovo impianto sul cabotaggio.
Ebbene tutte queste mozioni sono state rigettate: la prima con 469 voti contrari su 694, la seconda con 524 voti contrari su 695 e la terza con 513 voti su 695.
Una lettera accorata ai parlamentari
Questa mozione può essere direttamente legata a un’altra iniziativa messa in campo dai ministri del Trasporto e degli Esteri di nove paesi europei (Bulgaria, Cipro, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia e Romania) che lo scorso 29 giugno hanno firmato congiuntamente una lettera inviata a tutti i parlamentari europei con cui li si invitava a respingere alcuni articoli del Pacchetto Mobilità, in quanto contrari alle logiche e agli obiettivi del “Green Deal” (le politiche ambientali volute dalla Commissione per ottenere entro il 2050 una neutralità climatica) e del Mercato Unico Europeo.
Nella lettera si sostiene di approvare il principio di fondo del Pacchetto, che è quello di migliorare le condizioni di vita dei trasportatori, ma si definiscono invece sproporzionate alcune misure, come quella di obbligare i camion a tornare ogni 8 settimane nel Paese di stabilimento, in quanto in questo modo si farebbero circolare più veicoli vuoti, si aumenterebbero le emissioni inquinanti e di fatto si andrebbero a violare i principi di base del libero mercato, introducendo elementi di protezionismo. Da qui l’invito a tutti i parlamentari di votare contro il Pacchetto.
Invito che, almeno per ora, è caduto nel vuoto.
Oggi o al massimo domani, comunque, ci sarà il voto definitivo. Vi faremo sapere.