«Il sistema di tassazione ETS rappresenta un esempio di scelte opinabili e discutibili, dannose per l’Europa stessa, dal momento che andrebbe a colpire con un’incidenza minima del solo 7,5% le emissioni globali del trasporto marittimo». Lo ha sottolineato Guido Grimaldi, Presidente ALIS, in apertura degli Stati Generali del Trasporto e della Logistica in programma oggi e domani, 14 e 15 novembre, presso l’Auditorium Conciliazione di Roma. Secondo Grimaldi, l’ETS rischia quindi di «compromettere gli sforzi e i risultati raggiunti finora dagli armatori, ad esempio attraverso le virtuose Autostrade del Mare, che proprio l’Europa ha voluto fortemente incentivare negli ultimi anni con l’obiettivo di sottrarre i camion dalle strade e ridurre le emissioni inquinanti».
Il rischio, avverte Grimaldi, è quello di far fare all’Italia «un balzo indietro di 30 anni con un ritorno di milioni di camion sulle nostre autostrade, oltre che un preoccupante aumento dell’inquinamento e dell’incidentalità». Elemento di preoccupazione per l’Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile, soprattutto considerando che il parco circolante italiano è già tra i più datati d’Europa e per il quale «sono necessari ulteriori sostegni e incentivi per gli imprenditori al fine di poter rinnovare i propri mezzi». Per ridurre le emissioni prodotte dal trasporto su gomma, Grimaldi suggerisce quindi di prendere da esempio quanto fatto da Germania e Austria dove, rispettivamente a dicembre 2023 e gennaio 2024, è prevista l’introduzione di una tassa sulle emissioni di CO2 per i veicoli pesanti in transito sulle autostrade «che graverà soprattutto su chi utilizza camion vecchi e molto inquinanti, mentre sarà ridotta per chi dispone di flotte di ultima generazione».
Un’ulteriore ipotesi di soluzione arriva da Emanuele Grimaldi, Presidente dell’International Chamber of Shipping, «per l’istituzione di un fondo globale di ricerca e sviluppo “Fund & Reward” alimentato attraverso una fee su tutte le emissioni prodotte a livello mondiale, dal quale si possano poi attingere le risorse per le nuove tecnologie, ma soprattutto per i nuovi carburanti che saranno sempre più costosi e per premiare gli armatori che si sono impegnati e hanno investito prima in nuove tecnologie».