Fedit rivolge al ministro del MIMS Enrico Giovannini il grido d’allarme per quella che sottolinea essere diventata una «vera emergenza, sia in Italia che nel resto dell’Europa, con il rischio di mettere in pericolo la ripresa economica dopo la crisi pandemica»: la carenza di autisti nel settore autotrasporto.
Secondo la federazione italiana trasportatori la carenza oramai cronica di conducenti porta le imprese di autotrasporto e logistica a «non riuscire a garantire l’approvvigionamento dei beni, compresi quelli di prima necessità ». Urge quindi affrontare concretamente il problema «rafforzando le politiche attive del lavoro e avviando una efficace azione per qualificare persone, anche disoccupate, o coinvolte in situazioni di crisi aziendali che potrebbero essere collocate nel settore». Alzando lo sguardo oltre l’emergenza l’associazione suggerisce di «rivedere la formazione scolastica per allargare il bacino di potenziali interessati a intraprendere la professione di conducente professionale» puntando sull’attrattività che possono esprimere i veicoli di ultima generazione che richiedono conoscenze tecnologiche più alla portata delle nuove generazioni oltre a garantire sicurezza e sostenibilità .
In questo modo, secondo la Fedit «si supererebbe anche la questione dei costi legati all’ottenimento della CQC e della patente professionale che oggi sono un ulteriore elemento deterrente per i giovani».
Certamente chi il mestiere lo fa già , ed è nel settore da diverso tempo, aggiunge altre problematiche che toccano tanti aspetti, da quello remunerativo (lamentando bassi stipendi, contratti non rispettati ecc) a quello del mancato rispetto delle persone (attese al carico/scarico, mancanza di servizi ecc) per arrivare a quello che sfiora i limiti della legalità delle aziende (dumping sociale, esterovestizione ecc). Tematiche affrontate anche in diversi appuntamenti videocast e podcast di K44 La voce del trasporto.