Sono due i documenti principali presentati dalle associazioni dell’autotrasporto alla politica impegnata nella campagna elettorale: quello promosso da Unatras (sottoscritto da nove rappresentanze: Confartigianato Trasporti, Fai-Conftrasporto, CnaFita, FIAP, SnaCasartigiani, Unitai, ma anche dalle associazioni del mondo cooperativo: Legacoop, Agci e Confcooperative), per dare un maggiore impatto alle richieste e quello della confindustriale Anita. A parte vanno considerati il documento di Assotir che ha proposto solo quattro punti specifici, largamente coincidenti con i temi di Unatras e quello di Confetra che è stato strutturato come domande alle forze politiche.
D’accordo su caro energia e autisti
Basta una rapida occhiata ai testi principali per constatare come il tema maggiormente sentito da tutte le associazioni sia quello dell’aumento dei costi dell’energia, con tutte le sue ricadute sui bilanci delle imprese. E, dunque, se Unatras gli dedica una delle quattro sezioni del documento (che nella tabella sono indicate tra parentesi per uniformare le singole rivendicazioni con quelle delle altre associazioni), chiedendo misure di compensazione, oltre alla riconferma delle risorse strutturali e un’accelerazione nel pagamento degli incentivi già assegnati, anche la confindustriale Anita chiede sostegni per le maggiori spese per carburanti, aggiungendovi la richiesta di alcune misure fiscali (ampliamento della Nuova Sabatini e reverse change nell’Iva).
Altro tema unificante è la carenza di autisti. Unatras (che le dedica la sezione «Professione Autotrasportatore») vorrebbe anticipare a 19 anni l’età per le patenti professionali (ma FAI-Conftrasporto in un suo precedente documento poi confluito in quello unitario aveva proposto 18 anni), introdurre sgravi e procedure snelle per il loro ottenimento, creare percorsi formativi ad hoc negli Istituti tecnici superiori, mentre Anita, che ripropone gli ultimi due punti, chiede anche di favorire l’assunzione di personale extracomunitario.
Ambiente: finanziare il rinnovo del parco
Punti di contatto anche sui temi ambientali (che Unatras riassume nella sezione «Europa»), soprattutto per quanto riguarda il finanziamento per il rinnovo del parco veicolare (che Anita chiede sia «importante»), ma poi le due organizzazioni entrano nel dettaglio: Unatras chiede di non toccare i rimborsi delle accise, né le esenzioni per il gas naturale e di non estendere all’autotrasporto il sistema ETS (lo scambio di quota di inquinamento acquistabili), mentre Anita vuole andare avanti con le immatricolazioni dei veicoli lunghi 18 metri e la sperimentazione di quelli da 25 metri, vuole incentivare il combinato strada-rotaia, riformare il Marebonus con voucher per gli autotrasportatori e rimborsare i pedaggi su base ambientale. I due documenti tornano ad avvicinarsi sul nodo del Brennero, chiedendo entrambi un intervento («risolutivo» per Anita) che garantisca la libera circolazione in Europa.
Le regole: meno divieti, no all’ART, revisioni da migliorare
Più diversificate, invece, le richieste in fatto di regole, sulle quali i principali punti di contatto riguardano la revisione del calendario dei divieti (in Italia le giornate proibite sono più di 80, più che negli altri paesi dell’Unione europea, dove Olanda e Belgio non applicano divieti nei giorni di festa), l’esclusione dell’autotrasporto dal contributo ART e la questione della revisione dei veicoli pesanti per i quali però Anita chiede l’affidamento ai privati mentre Unatras vorrebbe il potenziamento degli uffici della Motorizzazione.
Unatras chiede anche la regolamentazione del carico/scarico, la semplificazione della burocrazia per i trasporti eccezionali, la prosecuzione della sperimentazione del nuovo sistema per il tracciamento dei rifiuti (RENTRI), ma soprattutto la regolamentazione del carico/scarico, il rafforzamento della norma sui tempi di pagamento e l’obbligatorietà dei costi della sicurezza. Su questi tre temi è d’accordo anche Assotir (il quarto è la disciplina della subvezione, con un tetto alla percentuale di trasporti che è possibile subappaltare, ipotesi sgradita alle imprese più strutturate), il che non vuol dire che altri problemi non siano condivisi e siano, magari, compresi in formule più generali, come la revisione dell’accesso al mercato (a favore delle imprese meno inquinanti) o la «norma coerente sulla rappresentanza del settore», (richieste da Unatras) che sembra toccare la recente riforma dell’Albo che assegna alla Confederazioni la scelta delle associazioni (una per organizzazione) che ne fanno parte. O come la questione del voucher per il Marebonus che non compare nel testo di Unatras, ma è contenuto nel documento elettorale di Fiap (che poi ha aderito a quello generale), nel quale si parla anche di aree di sosta attrezzate, combustibile professionale, riduzione del cuneo fiscale e creazione di una Logistica 4.0 per la transizione ecologica. Anche se temi non citati sono spesso compresi in articolazioni più generali, tuttavia, nel caso dell’obbligatorietà dei costi minimi, l’assenza del tema nel documento dell’Anita è certamente significativa.
Le domande di Confetra
Un discorso a parte merita Confetra, che ha scelto di formulare alle forze politiche dieci domande sui temi principali che sono sul tappeto. È facile, tuttavia, ravvisare un’identità di vedute con tutte le altre rappresentanze nella domanda sul contributo ART e almeno con Anita in quella sull’incremento dell’intermodalità strada-rotaia. Per il resto sono molto specifiche: sulla distinzione tra pacchi postali e pacchi merci, sullo sportello unico doganale, sullo sviluppo della portualità , sul rispetto dei programmi del PNRR. Salvo una, la questione su come si intenda agevolare il rafforzamento strutturale del settore che, alla fine, è la domanda delle domande.