La trattativa per il rinnovo del contratto collettivo dell’autotrasporto provoca schermaglie. E non potrebbe essere altrimenti, visto che quando avvenne l’ultimo rinnovo – quando peraltro si mise mano esclusivamente alla parte salariale – il calendario indicava 18 maggio 2021. Quasi tre anni fa. Quindi, prima dell’esplosione dei prezzi delle materie prime, che ha fatto salire quelli di ogni tipologia di beni e, di conseguenza, l’inflazione. Ma è vero pure che adesso l’onda inflattiva dovrebbe retrocedere, anche grazie alla discesa dei tassi di interesse, già certi seppure non ancora pianificati. Insomma, siamo di fronte a due spinte contrapposte: una che guarda verso il passato e a quanto questo abbia determinato la perdita di potere di acquisto; l’altra che guarda in avanti e spera che, contenendo il prezzo del denaro, si possa dare un nuovo impulso all’economia – guerre permettendo -, senza gravarla quindi di nuovi gravami (compresi quelli di natura retributiva). Da una parte le ragione dei sindacati dei lavoratori (compresi quelli di cui vi abbiamo anticipato le richieste) e dall’altra quelle delle associazioni datoriali.
La previsione dell’indennità di copertura economica
Nel frattempo, il tempo passa. E anche quel rinnovo contrattuale avvenuto nel maggio 2021 volge al termine. Il 31 marzo 2024, per essere precisi, interromperà i suoi effetti. Ma c’è una novità: l’ultima volta chi scrisse il contratto collettivo, forte anche dell’esperienza pregressa, pensò bene di inserire nel testo del contratto stesso una sorta di clausola di salvaguardia, da far valere nel caso in cui non si fosse giunti a rinnovo prima della scadenza prefissata. Tecnicamente parlando si tratta di una Indennità di copertura economica (ICE), finalizzata a compensare quel lasso di tempo che intercorre tra la scadenza del contratto precedente e la firma di quello successivo.
L’intesa sull’ICE delle parti sociali
Ieri le parti sociali si sono accordate proprio rispetto a tale indennità e hanno preso una decisione che entra direttamente nelle tasche di un milione di addetti al trasporto merci, logistica e spedizioni.
I sindacati confederali (Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti) spiegano che «l’indennità sarà erogata al personale viaggiante e non viaggiante del settore, circa 1 milione complessivamente, mensilmente a partire dalle competenze di aprile 2024 (46,66 euro al livello medio) ed incrementata a partire da quelle del mese di ottobre (69,99 euro al livello medio)».
Preso atto di questo primo passo, gli stessi sindacati poi auspicano che quanto avvenuto sia «da stimolo per accelerare i tempi di conclusione del negoziato in linea con i contenuti presenti nelle rivendicazioni della Piattaforma “Adeguare il Contratto per governare i processi e per migliorare la condizione economica e normativa dei lavoratori del settore”».
Le tabelle con il calcolo dell’indennità
Vi riportiamo di seguito le tabelle in cui si traduce quanto espresso nella nota sindacale, tenendo presente che per effettuare il conteggio è stato preso come parametro l’indice armonizzato dei prezzi al consumo per l’anno 2023, risultato pari al 5,9%. Quindi, calcolando uno scatto attuale pari al 40% e da ottobre del 60%, è venuto fuori l’aumento che i lavoratori del settore si troveranno in busta paga.