Le trattative del week end tra l’8 e il 10 novembre finalizzate a rinnovare il contratto collettivo del trasporto merci e della logistica non hanno sortito effetti. E così le organizzazioni sindacali dei lavoratori – Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – comunicano la decisione di rompere le trattative e preannunciano la proclamazione nei prossimi giorni di azioni di sciopero a sostegno delle loro rivendicazioni. Il muro su cui si sono letteralmente arenate le trattative riguardano il peggioramento del trattamento della malattia, uno scoglio che non ha consentito nemmeno di approfondire la tematica su cui più puntavano i sindacati, relativa all’aumento del 18% del trattamento economico complessivo.
Più in generale, poi, le stesse organizzazioni sindacali lamentano in una nota il fatto che le controparti datoriali non abbiano compreso la necessità di ottenere tramite questo rinnovo «una modernizzazione del CCNL di un settore che sta vivendo profonde trasformazioni legate all’innovazione tecnologica, alla verticalizzazione dell’intera filiera logistica e che oggi sviluppa il 10% del Pil del Paese, nel quale sono occupati circa 1 milione di lavoratrici e lavoratori».
Qualche proposta, ovviamente, è stata comunque poggiata sul tavolo e riguarda i temi legati a orario di lavoro, clausola sociale per il personale viaggiante, salute e sicurezza, riduzione della precarietà. Le sigle sindacali, però, nel complesso le giudicano «non accettabili» e, in più, lamentano la volontà da parte datoriale di «ridurre la contrattazione aziendale e territoriale, limitando lo spazio di azione delle RSA e delle organizzazioni sindacali sul territorio».
Così, visto che il «nulla di fatto» della trattativa del week end non è la prima a sortire tale esito e che anzi dal 30 novembre 2023, da quando cioè è stata presentata la piattaforma per il rinnovo del CCNL, ci sono stati venti incontri e nessuno ha portato a risultati concreti, i sindacati hanno deciso di far leva sulla protesta per rendere più incisive le proprie posizioni.