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Autotrasporto alle corde tra venti di protesta e richiami alla responsabilità

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L’Autotrasporto italiano è allo stremo. Per un verso soffre la pesante mancanza di liquidità e la mancanza di sostegni economici; per un altro, continua a garantire i servizi essenziali per l’emergenza Covid. Una situazione che rischia di esplodere se non arrivano presto dal governo segnali concreti per la categoria. Già qualcuno paventa a partire dalla prossima settimana azioni di protesta «contro un governo “che parla, ma non agisce” e quindi contro le sempre più pesanti e ormai insopportabili inadempienze nei confronti della categoria». A muovere i primi passi sul sentiero di guerra è Trasportounito secondo il cui segretario nazionale Maurizio Longo «L’unica risposta del governo – afferma – è un decreto liquidità che non solo è lettera morta, ma è un vero e proprio gioco delle tre carte, in un quadro economico e normativo in cui le task force servono solo a mascherare le responsabilità politiche e l’incapacità di attuare misure pratiche di ogni dicastero».

Il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè, aveva già lanciato l’allarme sulla difficile (e a lungo insostenibile) situazione nella quale versano le aziende di autotrasporto «Da più di 15 giorni avevamo richiesto e avanzato proposte per dare liquidità immediata alle imprese che con il loro lavoro stanno tenendo in piedi l’Italia I modelli erano pronti: bastava copiare quanto fatto dalla Germania e dalla Svizzera. Ma il presidente del Consiglio non ci ha voluti ascoltare» preannunciando che le situazioni di disagio avrebbero potuto innescare proteste «organizzate da chi già nel passato aveva tentato di strumentalizzare il movimento dei forconi per proprie convenienze» spiega Uggè.

Longo sottolinea che le imprese di trasporto «non ci stanno a recitare il ruolo di eroi di serie B, da dimenticare alla svelta» chiedendo espressamente che «o si dà attuazione pratica a strumenti seri e concreti, anche quelli a costo zero, nonché a quelli indispensabili per garantire liquidità alle imprese delle quali si è riconosciuto e talora esaltato ipocritamente il ruolo strategico nel momento di difficoltà del Paese, oppure si dovranno subire le forti manifestazioni di dissenso».

Toni più pacati arrivano dal vicepresidente di Conftrasporto che dichiara come «Le federazioni di settore responsabili non proclameranno alcuna iniziativa di fermo. Ma proteste spontanee potrebbero verificarsi. Il Governo dovrebbe rispondere nei tempi più rapidi possibili all’emanazione di alcuni provvedimenti annunciati (costi della sicurezza, tempi di pagamento, interventi sui pedaggi autostradali, riduzione di tempi di lavoro per il personale viaggiante) oltre ad attuare gli interventi necessari ad assicurare la liquidità alle imprese, che è un problema universale per il mondo imprenditoriale». 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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