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Aumento accise sul gasolio? Conftrasporto risponde: «fermo della categoria»

«La categoria ha dimostrato nei momenti difficili di essere presente e disponibile. Oggi non può accettare mortificazioni che derivano da scelte inutile ed errate» sono le parole con cui Paolo Uggè, vicepresidente di Conftrasporto commenta il ventilato aumento delle accise, affermando che «Non siamo intenzionati a subire le conseguenze di scelte ingiustificabili assunte per fare cassa o per favorire altre produzioni a vantaggio dei ‘soliti noti’.»

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Mentre il ministero all’Ambiente annuncia possibili aumenti delle accise sui veicoli diesel, sfruttando il maggior gettito fiscale – circa 5 miliardi di euro stando ai calcoli de Il Sole 24 Ore – per incentivare il rinnovo del parco circolante a vantaggio di vetture a basso impatto emissivo Conftrasporto medita il fermo nazionale ricordando come, da dati diffusi da Osservatori scientifici, le emissioni di Co2 nel periodo del Lockdown siano state in costante aumento nonostante il blocco della circolazione.
«Il ministro dell’ambiente Sergio Costa – tuona Paolo Uggè, vicepresidente di Conftrasporto – non trova di meglio che proporre un incremento dell’accisa per un settore che ha consentito durante la pandemia, e che consente ancora oggi, di far arrivare nei mercati europei le merci prodotte o trasformate nel nostro Paese. Gli aumenti annunciati sono frutto di una volontà a prescindere, o il tentativo di raccogliere risorse per incrementare le entrate del Governo?».

«Come più volte dimostrato da Fai-Conftrasporto, le imprese del settore versano molto di più rispetto all’inquinamento prodotto: un camion Euro6 genera un costo esterno pari a 13,1 centesimi di euro, mentre paga di sola accisa netta 40,3 centesimi, pari a oltre un miliardo di euro all’anno – rincalza Uggè – Le federazioni del settore hanno sottoscritto con il Governo un’intesa che considera proprio l’impatto che la voce gasolio, quindi l’accisa, riversa sulla competitività aziendale. Il ministro Costa comprende che l’autotrasporto è la modalità unica in grado di far competere le merci italiane nei mercati europei? Se non lo comprende chieda lumi alla titolare del dicastero dei Trasporti. Un conto è favorire con opportuni interventi l’utilizzo di automezzi meno inquinanti, altro è penalizzare un’intera categoria economica».

«Speriamo che la ragione prevalga. Se così non sarà, e la furia iconoclasta dell’esasperato ambientalismo fondato su basi non scientifiche prevarrà, alla ripresa il fermo dell’autotrasporto sarà inevitabile».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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