«I nostri legali hanno depositato, in data 9 ottobre 2023, il ricorso al Tar della Lombardia, contro la delibera del Comune di Milano». Con queste parole il presidente di Assotir Lombardia, Pietro Castelli, ha comunicato l’iniziativa dell’associazione di categoria di impugnare davanti a un giudice amministrativo la delibera comunale n.971 che dal 2 ottobre scorso rende obbligatorio, ai veicoli pesanti che accedono all’interno dell’Area B della città di Milano, di essere equipaggiati con sensori per la segnalazione dell’angolo cieco.
Il perché del ricorso è presto detto. «La nostra decisione, che ha visto una massiccia partecipazione da parte delle imprese – chiarisce Castelli – fa seguito alla constatazione dell’inutilità degli incontri con l’Amministrazione comunale, che non ha ritenuto di dover tener conto delle molte e fondate critiche rappresentante dagli operatori, circa l’efficacia e la legittimità dello stesso provvedimento, i cui effetti pratici, ai fini di assicurare una maggiore sicurezza sulle strade cittadine, sono tutti da dimostrare, senza escludere effetti addirittura peggiorativi».
Anche se – puntualizza il segretario generale Claudio Donati – Assotir non si è mossa soltanto per tutelare gli imprenditori del trasporto che rappresenta, «trasformati mediaticamente, nelle ultime settimane, nei responsabili degli incidenti occorsi nei mesi scorsi sulle strade di Milano». L’intenzione – aggiunge– «mira anche a mantenere viva l’attenzione su una decisione pasticciata, illogica, inefficace e, forse, addirittura pericolosa, improntata alla fretta di “far qualcosa” per placare le proteste, peraltro comprensibili. Una decisione, però, completamente slegata da logiche di interventi diretti ad affrontare le reali criticità del traffico cittadino, quali il contenimento della congestione del traffico urbano, i controlli sulla effettiva disponibilità degli spazi per la sosta dei veicoli e, più in generale, i controlli sul rispetto del codice della strada da parte degli utenti, un’opera di informazione e formazione in materia di educazione stradale diretta a tutti i soggetti che utilizzano la strada, a partire proprio da quelli più vulnerabili».
Ma secondo Donati la illogicità principale dell’iniziativa «consiste nell’essere del tutto autarchica, imponendo tuttavia i propri vincoli a qualsiasi operatore entri nella zona B di Milano, da qualsiasi parte d’Italia – anzi d’Europa –, provenga. Sembra, più che una fuga in avanti, un ritorno al Medioevo».
I podcast per approfondire
Sullo stesso argomento K44 – La voce del trasporto ha pubblicato nelle ultime settimane due podcast dal contenuto molto differente:
il primo concentrato ad analizzare le motivazioni legali che mettono in dubbio la legittimità della delibera milanese, dialogando con un legale;
il secondo a capire come, anche attraverso l’educazione e la cultura, si possa ottenere una significativa riduzione degli incidenti a danno dell’utenza debole, raccogliendo i suggerimenti di una psicologa del traffico