Associazione a delinquere, violenza privata e a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio: sono queste le pesanti accuse con cui la Procura di Piacenza ha disposto l’arresto ieri mattina all’alba del segretario nazionale di Si Cobas, Aldo Milani, e altri tre dirigenti di Piacenza – Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli – insieme ad altri due esponenti del sindacato USB.
Le accuse, mosse rispetto ad alcuni scioperi e picchettaggi effettuati nelle aziende che gestiscono i contratti della logistica, spesso appoggiandosi a finte cooperative utilizzate per contenere i costi del lavoro. Anche se, nelle carte della Questura compare anche l’accusa di aver incamerato «proventi derivanti dalle sostanziose conciliazioni lavorative e dal tesseramento dei lavoratori». Nelle ipotesi degli inquirenti, cioè, gli indagati avrebbero artificiosamente creato conflitti, così da poter organizzare poi azioni di protesta apparentemente rivolte alla tutela dei diritti dei lavoratori, quando invece tutto mirava ad «aumentare sia il conflitto con la parte datoriale sia tra le opposte sigle sindacali, al fine di aumentare il peso specifico dei rappresentanti sindacali».
Le vertenze, poi, servivano a generare guadagni scaturiti con cui «alimentare le figure intermedie dei delegati, da tenere a libro paga del sistema, con la prospettiva di “carriera”. Le singole multinazionali o i datori di lavoro di volta in volta interessati, venivano sottoposti a una condizione di esasperazione che li costringeva ad accettare le richieste economiche che gli venivano fatte».
Fin qui le accuse della Procura. Da parte dei sindacati, invece, le reazioni sono state molte nette. Se subito dopo gli arresti sulla pagina Facebook di Si Cobas si parlava di «offensiva finale da parte di stato e padroni contro lo straordinario ciclo di lotte», gli avvocati dei diretti interessanti, dopo essere stati ascoltati in Procura, hanno dichiarato di rigettare le accuse e di rispedirle al mittente: sono «contestate aspre attività e lotte sindacali. Faremo appello al Riesame». In particolare l’avvocato Mauro Straini ha riferito a Piacenza Sera che «gli indagati hanno ribadito che le condotte indicate per fondare l’associazione nient’altro sono che attività sindacali svolte nell’esclusivo interesse dei lavoratori per ottenere per loro le migliori condizioni di lavoro possibili, nel settore della logistica nello specifico».
Mentre domani continueranno altri interrogatori, si registrano nel frattempo diverse manifestazioni spontanee di protesta in varie città. A Bologna, per esempio, è stata organizzata simbolicamente davanti alla Procura.