«L’unica e più competitiva alternativa di trasporto sostenibile è l’intermodalità marittima e ferroviaria, dal momento che il trasporto stradale sulle lunghe percorrenze attraverso le nuove alimentazioni e tecnologie, come l’LNG o la trazione elettrica, non è oggi da solo una modalità realmente praticabile». Guido Grimaldi, presidente ALIS – Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile,ha aperto così il suo intervento nella giornata di ieri a Piazza di Siena a Roma, in occasione di «Un caffè a Villa Borghese… per lo sviluppo di un’Italia sostenibile» organizzato da ALIS per favorire il confronto tra pubblico e privato sui punti di forza del settore e sulle istanze da sottoporre alle Istituzioni. «Investire nell’intermodalità – ha proseguito Grimaldi – significa credere in quella transizione green della logistica che è protagonista oggi e significa apportare benefici diretti per la collettività in termini ambientali, economici e sociali». Come emerge infatti da un’analisi realizzata del Centro Studi ALIS in collaborazione da SRM, si stima che grazie all’utilizzo di mare e ferro rispetto al tradizionale trasporto tutto strada sarà possibile sottrarre e trasferire nel 2023 in Italia e dall’Italia verso l’Europa 6 milioni di camion dalle strade, pari a oltre 143 milioni di tonnellate di merci generando così un abbattimento di oltre 5,4 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e un risparmio per le tasche degli italiani di oltre 7 miliardi di euro. «A questi vantaggi tangibili prodotti dall’intermodalità si aggiunge il nostro auspicio di poter contare su strumenti virtuosi di necessario supporto allo sviluppo del nostro comparto. Mi riferisco sicuramente alle misure incentivanti Marebonus e Ferrobonus, che si sono finora dimostrate best practice europee e che meritano di avere una dotazione finanziaria maggiore e adeguata, che auspichiamo venga aumentata a 100 milioni di euro all’anno per ciascuna misura. Allo stesso modo sarebbe opportuno aumentare gli incentivi per il rinnovo del parco veicolare italiano, attraverso misure per la rottamazione e le nuove immatricolazioni al fine di ammodernare il parco circolante che risulta ancora tra i più datati in Europa» ha concluso Grimaldi.
Una posizione condivisa anche dal segretario generale di ALIS, Francesca Fiorini, che dal palco di Villa Borghese ha sottolineato la necessità «di incentivi anche per chi deve comprare mezzi molto costosi, perché l’intermodalità si fa con la costruzione di nodi strategici, nei porti, ma anche guardando all’ultimo chilometro».
Diverse, inoltre, le voci istituzionali che si sono alternate ieri a Roma, tra cui quella del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri che nel suo intervento ha richiamato l’attenzione sulla necessità di “contrastare l’ipocrisia” per raggiungere i risultati auspicati in termini di riduzioni delle emissioni: «In Europa facciamo il 7% della Co2 globale. Tutte le macchine d’Europa fanno l’1%. Se non abbiamo una visione planetaria del problema non lo risolveremo. Non si può dire: cambia l’auto domani, mentre in India e in Cina fanno grandissime emissioni».
Altro grande tema al centro del dibattito, oltre all’emergenza che ha colpito l’Emilia-Romagna e sulla quale è intervenuta il viceministro all’Ambiente Vannia Gavia precisando che «È in arrivo il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, mai fatto prima», è stato l’importanza della formazione per far fronte alla carenza di professionalità – e in particolare di giovani – all’interno del comparto; problema legato in parte anche l’immagine poco lusinghiera di cui gode oggi il settore.
«Iniziamo chiamandoli conducenti, non autisti» ha proposto Alexandre Galiotto, Group Logistics manager di Cereal Docks, che ha poi proseguito il suo intervento sottolineando che «I partner sono i vettori, gli spedizionieri, dove l’elemento fondamentale è quello del capitale umano. C’è una migrazione di conducenti dal settore industriale verso nuovi settori, dobbiamo rimetterli al centro. Non gli interessano le cabine, vogliono tornare a casa la sera». «Questo è l’anno delle competenze a livello europeo – ha invece ricordato Francesco Tufarelli, segretario generale CNEL – e anche il PNRR ha aggravato la situazione dando l’accelerazione a due transizioni, quella energetica e quella digitale, già in atto. Il PNRR dà la possibilità di avere più risorse, ma servono le competenze adeguate».
«Servono persone preposte che facciano formazione sul posto di lavoro per permettere di rimanere aggiornati, per garantire quella manodopera essenziale» la soluzione proposta invece da Tiziana Nisini, vicepresidente Commissione Lavoro Camera dei Deputati.Perché senza professionisti in grado di affrontare le sfide che attendono il comparto per il prossimo futuro nessuna transizione green avrà mai luogo.