Prosegue la «telenovela» sui divieti di circolazione al Brennero. Da tanto tempo ormai, troppo, le associazioni dell’autotrasporto italiano chiedono alla Commissione europea di intervenire contro le limitazioni al traffico merci imposte dal governo austriaco (ricordiamo, tra le principali, il divieto di transito notturno attraverso il Tirolo, che è stato inasprito dal 1° gennaio 2021), limitazioni sulle quali sono state espressi molti dubbi, soprattutto in merito alla conformità di tali divieti con il diritto comunitario.
Da Bruxelles, però, è sempre calato il silenzio. La Commissione infatti non si è mai espressa a riguardo. Neanche quando, proprio poco tempo fa, è stato diffuso un documento riservato predisposto nel dicembre scorso proprio dalle Direzioni Generali dei Commissari UE del mercato
interno, dei trasporti e dell’ambiente, documento che invitava la Commissione ad avviare una procedura d’infrazione nei confronti dell’Austria, cosa che non è avvenuta.
Ora, di fronte al silenzio, le associazioni dell’autotrasporto italiano ANITA, FAI e FEDIT hanno deciso di farsi sentire in maniera più forte, dando mandato in questi giorni ad un team legale di intraprendere un’azione di messa in mora della Commissione UE per inazione nei confronti dell’Austria sul tema dei divieti. La partita legale (e politica), dunque, si scalda.
Il presidente di ANITA Thomas Baumgartner ha commentato che questa iniziativa è stata resa necessaria per «uscire da una situazione che danneggia il comparto dei trasporti e
l’economia in generale», sottolineando che, vista l’inattività politica, l’azione legale rimane «l’unico strumento utile per poter ricevere risposte concrete alle nostre legittime istanze in merito alla questione del Brennero», questione che si rende ancora più urgente, secondo il numero uno di ANITA, anche perché pare che il Tirolo avrebbe annunciato misure ancora più restrittive sul divieto settoriale.
Una recente dichiarazione del vice governatore provinciale responsabile dei trasporti Ingrid
Felipe, infatti, avrebbe confermato che sono in programma modifiche al divieto settoriale in senso ancora più restrittivo. Tale inasprimento riguarderebbe il divieto di transito a tutti i veicoli Euro VI immatricolati prima del 1 gennaio 2021, e quindi anche ai veicoli di ultimissima tecnologia per riduzione di emissione di sostanze inquinanti. La nuova proposta dovrebbe essere presentata alla Commissione UE per una valutazione e laddove la stessa dovesse considerarla idonea, potrebbe entrare in vigore dopo sei mesi: secondo stime del Tirolo, già dal luglio 2022.
Se le cose stessero così, si sarebbe quasi tentati di pensare che il silenzio dell’UE funga da «leva» per il governo austriaco a fare un po’ quel che gli pare. E questo, per le associazioni, è gravissimo. Paolo Uggè, Presidente di FAI-Conftrasporto, ha detto che il lassismo da parte delle istituzioni europee è inaccettabile perché, così facendo, «la Commissione Europea colpisce la capacità del nostro Paese di esportare le merci fuori dai propri confini».
Il Segretario Generale della FEDIT, Enzo Solaro, ha aggiunto che «non è chiaro se la Commissione abbia derubricato il Brennero a questione di minore importanza, oppure ancora se la questione sia politica, visti i rapporti già tesi tra UE e il Governo di Vienna, ma il fatto è che il Brennero permane sostanzialmente chiuso provocando enormi danni al trasporto merci verso nord, una perdita economica per le imprese e per la ripresa del sistema economico del Paese».
In conclusione, l’affaire Brennero si fa ancora più intricato. Di fronte alla minaccia legale, la Commissione resterà ferma sulla sua posizione di silenzio? O si accorgerà che, forse, c’è un problema che rischia di compromettere seriamente la già difficile competitività delle imprese di autotrasporto italiane? A maggiore ragione che, secondo quanto rivelato da un recente studio di Unioncamere riportato dal Sole 24 Ore, con i divieti del Tirolo sarebbero rischio ben 136 miliardi di scambi Italia-Ue. Un grave problema per le flotte delle imprese italiane dell’autotrasporto e per l’economia in generale.