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Le agevolazioni per l’autotrasporto arrivano tardi? Secondo Uggè manca un referente politico

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La questione delle agevolazioni fiscali per le spese non documentabili si è conclusa. E tutti, per fortuna, tirano un sospiro di sollievo. Ma adesso, a bocce ferme, il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, fornisce a posteriori una lettura di quanto accaduto nell’intento di evitare che episodi simili – l’approvazione di un provvedimento giunta alle soglie della presentazione della denuncia dei redditi, così da mettere in seria difficoltà i destinatari della misura – si possano ripetere per il futuro.

Come è stato risolto il problema
A risolvere il problema, secondo Uggè, è stato l’intervento del capo di gabinetto del ministero dei Trasporti, Mauro Bonaretti, «che ha trovato la soluzione idonea evitando quella che ormai sembrava un’inevitabile protesta».

Cosa ha creato il problema
A creare il problema, secondo la ricostruzione del presidente di Conftrasporto, è stata la ‘frenata’ del dicastero dell’Economia, che sollevava dubbi «su un presunto incremento dei fondi a disposizione». Incremento – sottolinea Uggè – «smentito dai dati». Quali sono questi i dati? «Rispetto al passato – risponde Uggè – i destinatari delle agevolazioni sono diminuiti, come confermano i numeri del Comitato centrale dell’Albo dell’autotrasporto. Si sono di conseguenza ridotte anche le risorse destinate a coprire l’intervento. Ma i responsabili del dicastero dell’Economia hanno per lungo tempo sostenuto che l’entità dei fondi messi a disposizione fosse incrementata». Insomma, bastava leggere i dati e si sarebbe in fretta fugato ogni dubbio.

Cosa non funziona nella concretizzazione delle trattative
Secondo Uggè tutto questo induce a una considerazione. Nel senso cioè che «non è più accettabile che le federazioni di settore sottoscrivano un protocollo con chi rappresenta il Governo e che l’esecutivo sia poi smentito da burocrati appartenenti ad altri ministeri». Perché in questo modo – aggiunge – «alcune misure decise a livello politico non diventano operative».

Cosa manca al settore
L’autotrasporto, dopo le dimissioni della sottosegretaria Simona Vicari, ha perso l’interfaccia dell’esecutivo con cui relazionarsi. Bisogna trovarne uno nuovo, secondo Uggè. E il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, chiamato a colmare tale lacuna, quando deciderà di «dare al settore un referente politico otterrà di certo il sostegno delle organizzazioni».

Considerazioni finali
Il ragionamento, di per sé ineccepibile, manca forse di nessi causali nei fatti. Intrusioni, diciamo così, di altri ministeri nelle trattative tra ministero dei Trasporti e autotrasporto erano presenti (e denunciate dallo stesso Uggè) anche quando un referente politico esisteva. Così come, lo scorso anno e quello precedente si erano registrati analoghi ritardi nell’emanazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate. Anzi, a voler essere precisi, quest’anno è arrivata addirittura un giorno prima rispetto allo scorso anno (il 4 luglio, invece che il 5). Tutto ciò non toglie il fatto che un settore privato di un referente privilegiato e delegato a tale scopo, è anche un settore più debole. Ma non è scontato che, una volta ottenuto questo referente, diventi improvvisamente più forte

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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