Il settore dell’autotrasporto è in crisi e andrebbe rilanciato. Secondo Conftrasporto è possibile farlo senza far scucire un euro allo Stato, che peraltro in questo frangente non ha grosse disponibilità in tal senso. E a questo scopo ha stilato un decalogo preciso di punti, semplice a da attuare a costo zero. Passiamoli in rassegna.
1) Abolizione del Sistri e sua sostituzione con un sistema di tracciabilità basato sull’utilizzo informatico del formulario di identificazione dei rifiuti e i precedenti registri di carico
2) Vincolare la concessione dei benefici alla imprese (riduzione pedaggi, rimborso del contributo al SSN sulla RC Auto, ecc) al mantenimento dei livelli occupazionali
3) Eliminazione dell’IPT limitatamente ai casi di trasformazione d’azienda, fusione di due o più imprese, aggregazione di diverse realtà in cooperative o consorzi al fine di agevolare l’esercizio dell’autotrasporto
4) Controlli sui committenti in numero pari a quello degli incidenti con feriti gravi o morti sulle strade in cui siano coinvolti veicoli industriali
5) Limitare i divieti di circolazione per veicoli industriali ai soli giorni festivi dell’anno;
6) Liberalizzazione delle attività di noleggio con conducente
7) Liberalizzazione trasporto ferroviario e incentivi per sviluppo combinato ferro-strada.
8) Patto per la mobilità urbana
9) Pian Generale dei Trasporti reso un impegno vincolante
10) La consulta per trasporto e logistica reso un organo di governo.
Insomma, ci sono proposte politiche, altre tecniche, altre a metà strada. L’abolizione del Sistri, per esempio, è per un verso tecnica ma è anche politica (visto il rilievo tutto politico che le sta dando il ministro Prestigiacomo, con cui Paolo Uggè, presidente Fai-Conftrasporto, è in polemica aperta). Non è detto che così come proposta sia a costo zero: per creare un nuovo sistema di tracciabilità, infatti, qualcosa andrebbe speso, senza considerare tutti gli oneri che lo Stato dovrebbe sostenere in caso di smantellamento del sistema per azioni legali di fornitori e di aziende che hanno già versato i contributi per gli anni passati.
Per il resto c’è un po’ di tutto. Ci sono i divieti di circolazione ormai scanditi più dal Codacons che da altri soggetti maggiormente competenti in materia e sui quali quindi è il caso di fare azioni di lobby.
C’è la liberalizzazione del noleggio senza conducente, che… a volte ritorna (l’ultimo passaggio in Parlamento ebbe addirittura l’approvazione in una Camera e la drastica cancellazione nell’altra). Tutto sta capire se la contrarietà atavica di alcune fazioni sia scomparsa del tutto, per rimuovere questa anomalia peraltro tutta italiana.
C’è la liberalizzazione dei trasporto ferroviario, che a dire il vero già ci sarebbe.
C’è la rimozione della peraltro lievitata IPT per i casi di aggregazione, cosa che eviterebbe di gravare finanziariamente operazioni di questo tipo, che potrebbero soltanto imprimere capacità competitiva al sistema di autotrasporto italiano.
I “sassi”, come dire, sono tanti. Ora bisogna allargare la discussione. E prioritariamente conquistare il sostegno dell’intera Unatras.