A fine dicembre 2024 l’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) ha inviato delle diffide a quelle aziende di autotrasporto che, disponendo di veicoli con capacità di carico oltre le 26 tonnellate o trattori con massa rimorchiabile superiore a 26 ton, di cui almeno uno impiegato per svolgere un servizio di connessione con porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti e avendoi un fatturato superiore ai 3 milioni di euro, non avevano pagato il contributo per l’annualità 2020. L’ART intima pure che laddove il pagamento non avvenisse entro novanta giorni dalla richiesta, si procederà a riscossione forzata.
Come comportarsi di fronte a tale richiesta?
La risposta fornita da Assotir è abbastanza chiara: bisogna assecondare la richiesta di pagamento soltanto se il fatturato aziendale fosse generato in modo «rilevante» da servizi di connessione con porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti. Il consiglio, di conseguenza, è quello di verificare a quanto ammonta la propria quota di fatturato legata a tali servizi sopracitati. A quel punto – puntualizza l’associazione – se un’azienda verificasse di svolgere servizi di connessione con porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti e se il fatturato generato da tali servizi fosse inferiore ai 3 milioni di euro, non avrebbe alcun obbligo di versamento nei confronti dell’ART rispetto ai contributi 2020.