La vita in cabina non è sempre facile, soprattutto quando a dividere i pochi metri di spazio si è in due, anzi…in tre. Lo sa bene Diana Danila, 33 anni e da quasi tre alla guida del suo camion per il trasporto di prodotti freschi in compagnia del fidanzato, Daniele, e del cagnolino, Coco, un maltese bianco con cui condividono gli spazi – pochi – e i chilometri – tanti – a bordo del camion.
Una vita di coppia itinerante su e giù per l’Europa, tra una consegna e un’altra, ma non è tutto oro quel che luccica. Se vivere (e convivere) nei pochi metri quadri di una cabina non è facile, a peggiorare la situazione c’è lo stato sempre più degradato delle aree di sosta con cui gli autisti devono fare i conti a ogni pausa… Così il meritato riposo invece di garantire dolci sogni diventa un incubo.
Il posto che non c’è
«La situazione in Italia è disastrosa», racconta Diana ai microfoni del videocast K44 Risponde. «Trovare un posto in cui fermarsi è sempre un’impresa dal momento che già dal tardo pomeriggio scarseggiano i posteggi nelle aree e così gli autotrasportatori sono costretti a trovare alternative, per esempio uscendo dall’autostrada alla ricerca di una zona industriale in cui sostare. Capita di impiegare fino a un’ora per trovare un solo posto» e così, oltre al problema del mancato riposo, subentra anche quello del cambio scheda, che rischia di trasformarsi in motivo di sanzione, «ma se non troviamo un luogo in cui fermarci tanto vale proseguire e sforare l’impegno o fermarci nelle piazzole di emergenza, rischiando di essere multati per una colpa che non è nostra e creando un disagio a chi potrebbe aver bisogno di quelle aree per reale emergenza» spiega Diana.
Il bagno? Non c’è o è chiuso a chiave
Anche quando il posto in un’area di sosta si trova, però, la situazione non è idilliaca: «I servizi igienici sono abitualmente in pessime condizioni e per una donna che fa questo mestiere la situazione è anche peggiore, giacché nella maggior parte dei casi, anche nelle aziende, mancano servizi dedicati e là dove presenti sono chiusi a chiave», dettaglio non irrilevante considerando i ritmi frenetici degli autisti e i tempi concitati con cui sono costretti a fare i conti. «Per non parlare delle docce, che nonostante siano a pagamento sono sempre sporchissime. Abbiamo quattro minuti per lavarci con dell’acqua che è sempre o troppo calda o troppo fredda».
Le cose più piccole e banali cui tutti noi siamo abituati diventano quindi dei lussi per gli autisti che devono gestire le poche risorse a disposizione, come l’acqua, anche per cucinare. «Io e il mio compagno ci arrangiamo con taniche da 25 litri che carichiamo sul camion e riempiamo dove possibile, ma in pochi giorni si esauriscono e nelle aree di sosta mancano lavandini e acqua potabile per poterle ricaricare. Anche preparare un piatto di pasta o lavare le stoviglie diventa un problema e tocca arrangiarsi mangiando un panino al volo sul camion».
FRANCIA E GERMANIA, TUTTA UN’ALTRA AREA
Si chiamano Centre Routier in Francia o Autohof in Germania e sono una sorta di paradiso per gli autisti alla ricerca di aree in cui riposare. Aree che, confrontate con quelle italiane, non hanno nulla a che fare. Bagni (puliti), docce, servizi igienici riservati alle donne, lavatrici, asciugatrici, aree attrezzate per il pranzo e prodotti a disposizione per il camion sono solo alcuni dei servizi di cui gli autisti possono usufruire. In Germania, per esempio, si paga un ticket per poter usufruire del posteggio «ma la cifra spesa è rimborsata sotto forma di sconto da utilizzare per mangiare o per acquistare prodotti per il camion» spiega Debora Facchetti, autista di lungo corso che ha girato l’Europa a bordo del suo bilico. «In Francia ogni 10 km si trova una piazzola di sosta con bagni a disposizione degli autisti e ogni 30 si trovano aree attrezzate con distributori e ristoranti. Si chiamano anche APRR: ce ne sono una marea, basta aprire le mappe per trovarsi di fronte a una situazione totalmente diversa rispetto a quella italiana» racconta Diana Danila.
La (migliore) situazione europea
Una situazione, quella italiana, che sembra non replicarsi all’estero, come ci spiega Diana che nel corso dei suoi lunghi viaggi internazionali ha visto situazioni molto diverse rispetto a quelle nostrane. «Negli altri Paesi la situazione è migliore, ci sono più aree di sosta, più posteggi e più servizi igienici a disposizione degli autisti e delle autiste. In Belgio e in Lussemburgo, per esempio, si trovano aree attrezzate con spazi verdi e brevi percorsi vita dove poter fare attività fisica durante il riposo, per chi lo volesse. In Francia addirittura ci sono tavoli di legno dove potersi sedere a mangiare e rubinetti con acqua potabile a disposizione degli autisti. In generale, nei Paesi che ho visitato, tra cui anche Olanda, Germania e Austria, le aree sono più curate, c’è maggiore attenzione per chi svolge questa professione. C’è anche un altro aspetto non irrilevante: le piazzole sono leggermente distaccate dall’autostrada e questo ci consente di scendere dal camion in sicurezza per sgranchire le gambe. La nostra è una vita sedentaria in cui il movimento e l’alimentazione assumono un ruolo fondamentale. Trovare un lavandino con acqua potabile in un’area di sosta può davvero fare la differenza e l’Italia ha ancora tanto da fare per garantire ai propri autisti – e alle proprie autiste – degli standard minimi».
AREE SICURE: IN ITALIA SOLTANTO DUE
Su un totale di oltre 400 aree di servizio e quasi 250 aree di parcheggio presenti lungo la rete infrastrutturale italiana, solo due – stando ai dati AISCAT 2018 – corrisponderebbero agli standard di sicurezza previsti dall’Europa: l’autoparco di Brescia Est, lungo l’A4, e l’autoporto Sadobre, vicino alla barriera di Vipiteno, lungo l’autostrada del Brennero. Affinché siano considerate sicure, le aree in questione devono consentire a chi le utilizza di evitare lo stazionamento improprio, cioè lungo le corsie di emergenza o in parcheggi sovraffollati, e contribuire alla sicurezza dei conducenti e delle merci.
27 MILIONI PER NUOVI PARCHEGGI
Nel luglio 2020 è stato approvato il progetto Pass4Core con cui l’Europa finanzierà il 20% dei costi di realizzazione di 1.350 parcheggi per mezzi pesanti in13 punti nevralgici della rete europea, nonché gli interventi di riqualificazione di aree già esistenti, così da metterle in condizione di ottenere la certificazione Safe and Secure Truck Park entro il 2023. La restante quota sarà messa a disposizione dei principali attori del progetto. Il ministero delle Infrastrutture, tramite il Comitato centrale per l’Albo degli Autotrasportatori e RAM, è partner istituzionale dell’iniziativa per la quale ci sono a disposizione 27 milioni di euro. Il ministero, oltre a coordinare lo sviluppo della rete, si occuperà di creare un’app e un sito d’informazione per autotrasportatori.