C’è una costante che ha lasciato traccia nella storia di molti popoli: l’estrema conflittualità interna tra diverse fazioni e clan, si scioglie come neve al sole quando arriva un forte nemico dall’esterno, contro il quale far fronte compatto.
Una regola che nell’autotrasporto non ha mai fatto breccia e non certo perché non ci fossero nemici esterni dalle larghe spalle. Anzi. Eppure qualcosa oggi sta mutando, un po’ per le elezioni e il nuovo governo che arriva, un po’ per la crisi, che a questo punto fa più paura dei committenti.
Qualunque sia la ragione, però, è molto positivo tale processo che oggi poggia un’altra pietra con l’ingresso di Transfrigoroute Italia-Assotir in Conftrasporto.
Perché rafforza la rappresentanza del settore.
Perché – come ha commentato anche il presidente nazionale di Assotir, Anna Manigrasso – «rappresenta un passo importante sulla strada della costruzione di quel soggetto unitario dell’autotrasporto, condizione oggi indispensabile per consentire a questo settore di reggere le sfide che ha di fronte».
Perché, soprattutto, in questo frangente grigio la coesione è esattamente ciò che richiede e forse pretende chi lavora per strada, negli uffici traffico e in quelli commerciali delle aziende di autotrasporto.
Su queste basi di coesione e di rafforzamento della rappresentanza diventa anche possibile – come spiega un comunicato congiunto tra Conftrasporto e Assotir – progettare una possibile «ricostruzione del sistema imprenditoriale, che esce stremato dalla crisi di questi anni, dotandolo delle caratteristiche idonee a competere nei nuovi scenari, indubbiamente assai complessi e competitivi». E se questo è lo scopo, potersi trovare e condividere in una sede più ampia e unitaria costituisce senza dubbio un’iniezione di forza per la categoria.
La pax tra associazioni di categoria/1: Assotir entra in Conftrasporto
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