1,25 miliardi di euro. Una conciliazione stellare quella che il gruppo di moda di François-Henri Pinault ha sottoscritto con il fisco italiano per una frode che viene al marchio Gucci. Nell’inchiesta, però, l’ammanco fiscale sembra legato alle attività della Luxury Goods International, società di logistica svizzera che fa capo allo stesso gruppo Kering, proprietario di svariate griffe dell’alta moda. Non a caso, adesso, questa società annuncia una ristrutturazione radicale, che contempla anche l’abbandono del suolo elvetico per trasferire la sede operativa in Italia. Anzi, stando a quanto annunciato dallo stesso gruppo nei giorni scorsi, tutte le attività di logistica saranno concentrate in un unico hub situato vicino a Novara, località sufficientemente baricentrica rispetto a molte dei centri produttivi di diversi brand gestiti dal gruppo. Non si tratta di un giochino di poco conto. Attualmente in Svizzera la società per gestire gli stock e le spedizioni si appoggiava a una ventina di magazzini, senza comunque riuscire a esaurire del tutto l’attività. Ecco perché in Piemonte il colosso del lusso andrà ad aprire una struttura centralizzata che si estende su una superficie chiusa della bellezza di 160 mila metri quadri, proprio per far fronte ai volumi in crescita della società (+26,3% lo scorso anno) e per cercare di assecondare le esigenze della clientela che va verso una velocizzazione delle spedizioni. Ovviamente l’operazione non sarà completata nello spazio di un mattino ma richiederà circa tre anni per andare completamente a regime.
La rivoluzione logistica italiana, comunque, viene riferita non tanto ai difficili rapporto con il fisco, quanto a una ristrutturazione strategica delle attività logistiche. Prova ne sia che anche il centro logistico statunitense verrà chiuso per traslocare verso il New Jersey.