La collaborazione coordinata e continuativa a progetto non va molto d’accordo con l’autotrasporto. A dirlo è la circolare del ministero del Lavoro n. 29 dell’11 dicembre 2012 in cui vengono elencate una serie di tipologie di lavoro che, sulla base degli orientamenti giurisprudenziali esistenti, risultano «difficilmente inquadrabili nell’ambito di un genuino rapporto di collaborazione coordinata e continuativa a progetto».
Cosa comporta tale considerazione? È la stessa circolare a rispondere: in caso di controllo, il personale ispettivo non farà altro che cambiare la natura del rapporto di lavoro e quindi a ricondurla nella subordinazione e, ovviamente, ad adottare gli eventuali altri provvedimenti a livello lavoristico e previdenziale.
Peraltro, è opportuno specificare, che nell’elenco stilato dal ministero non compaiono soltanto gli autotrasportatori, ma in generale gli autisti e, in qualche modo attinenti al mondo del trasporto e della logistica, anche i magazzinieri e i facchini.
La collaborazione a progetto? È incompatibile con l’attività di autotrasporto
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