La Cina, ormai, è dietro l’angolo. Dopo aver fatto man bassa di aziende e aver realizzato infrastrutture in Africa, dopo aver incamerato una quota stellare (1.000 miliardi di dollari) di bond americani), dopo aver messo il naso alla finestra dell’Europa, acquistando imprese e titoli di stato di Portogallo, Grecia e Irlanda, adesso sbarca in maniera imperiosa anche all’Est.
Lo ha detto chiaramente il primo ministro cinese, Wen Jiabao nel corso di una visita, ricordando che “il commercio della Cina con i Paesi dell’Europa centrale e orientale era di soli 3 miliardi di dollari nel 2000. E ha superato nel 2010 i 40 miliardi, mostrando una crescita annuale del 38,7 per cento”.
Pechino ha cominciato ad acquistare aziende, per esempio la BorsodChem, società leader nel settore chimico magiaro, ma anche centri logistici. Molto imponente, al riguardo, quello finalizzato alla fornitura dei componenti del gigante dell’elettronica e delle telecomunicazioni Huawei.
Diversi progetti stanno prendendo forma anche in Romania, paese in cui è previsto un piano di sviluppo sull’energia eolica da un miliardo di euro. Ma anche in Moldova,
Queste relazioni tra Est e Cina sono comunque storia recente. Agli inizi del 2000 l’allora premier Viktor Orban, si permetteva addirittura di incontrare il Dalai Lama, proprio per provocare il governo cinese. Certo, adesso la Cina non è più quella di allora. E anche Orban quando lo scorso anno ha incontrato il leader tibetano ha evitato di stringergli