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K44 Risponde sui modi previsti dal decreto Rilancio per salvaguardare la liquidità aziendale

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Episodio di K44 Risponde quasi interamente dedicato al decreto Rilancio. Ma ovviamente non prenderemo in considerazione la totalità degli articoli (sono così tanti e lunghi che non basterebbe un’intera serie TV), ma quelli destinati a svolgere una funzione molto importante, quasi essenziale per la sopravvivenza delle imprese: quella di salvaguardare la liquidità. I metodi al riguardo sono essenzialmente due: da una parte c’è quello di poter accedere a dei finanziamenti agevolati. Anzi il decreto Rilancio ne prevede anche a fondo perduto e quindi privi di oneri finanziari per le imprese (anche cooperative) al di sotto dei 5 milioni di euro che abbiano registrato ad aprile 2020 un fatturato inferiore di oltre due terzi rispetto ad aprile 2019. Ma in ogni caso per ottenere qualcosa bisogna anche fare qualcosa. E quindi, come sempre accade in Italia, scontrarsi con il muro della burocrazia che spesso disarma anche i più volenterosi.
Da questo punto di vista è molto più facile il secondo metodo, quello cioè che passa non attraverso un «fare», ma da un «non pagare». E qual è la cosa più pesante da pagare? Ovviamente le imposte e tra queste quella più gravosa sui bilanci aziendali è senza dubbio l’IRAP. Ecco perché farà la gioia di molte imprese di autotrasporto sapere che il saldo dell’IRAP 2019 e la prima rata (il 40%) dell’acconto 2020, almeno per le imprese con ricavi inferiori ai 250 milioni, è stato abbuonato. Quindi, cancellato, da non pagare.
Molto interessanti sono poi almeno tre crediti d’imposta:

  • quelli sui canoni di locazione di immobili per le imprese che abbiano subito nei mesi di marzo, aprile e maggio una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 50% rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente;
  • quello sulle spese di sanificazione (è pari al 60% delle spese sostenute nel 2020, fino a un limite massimo di 60 mila euro per ciascun beneficiario, per la sanificazione di ambienti e strumenti utilizzati, per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale con cui garantire la salute di lavoratori e utenti);
  • quello su lavori di adeguamento dei luoghi di lavoro allo scopo di contenere il contagio (è pari al 60% delle spese sostenute nel 2020, fino a un limite di 80 mila euro, per la realizzazione di interventi richiesti dalle prescrizioni sanitarie e dalle misure di contenimento contro la diffusione del virus).

Sempre a proposito di mascherine e di altri dispositivi di protezione individuale, gli acquisti di tali beni fino al 31 dicembre 2020 sono esenti da IVA, con diritto alla detrazione dell’imposta pagata sugli acquisti. Dal 1° gennaio 2021 a tali cessioni si applica l’aliquota IVA del 5%.

Oltre al dettaglio di questi argomenti parleremo poi di come cambia la cassa integrazione, di come si relazione con il divieto di licenziamento, della sorte dei contratti a termine, delle modalità con cui proseguiranno gli smart working. E poi con flash risponderemo pure ad alcune vostre domande su:

  • ripresa dei pagamenti da parte dei ministero dei Trasporti degli investimenti 2017 e i passi procedurali seguiti dagli investimenti 2019;
  • i termini di proroga dei DURC in scadenza;
  • il superammontamento.

E ovviamente se ci vi sorgesse un qualche dubbio a cui non abbiamo fornito risposta, non dovete fare altro che farcelo pervenire.

BUONA VISIONE!

I video presenti nel programma sono stati registrati prima dell’emergenza Covid-19

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

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