Un anno e quattro mesi a un padroncino e due anni al titolare dell’azienda di autotrasporto. È questa la conclusione a cui è giunto il Tribunale di Bergamo chiamato a giudicare le responsabilità dietro la morte di Sergio Persico, un magazziniere di 53 anni residente a Orio al Serio, che il 17 maggio 2021 era nel piazzale della ditta De Berg di Spirano, a svolgere normali operazioni di carico vicino a un camion. Senonché, nel momento in cui il veicolo è stato completamente caricato ed è partito, si è mosso in retromarcia, investendo Persico e provocandone la morte immediata. Questa è almeno la tesi accusatoria, che poggia sul fatto che, dalla posizione in cui si trovava, al camion sarebbe stata vietata una manovra di retromarcia, ma avrebbe dovuto effettuare un giro in marcia avanti intorno al magazzino. Ma se questa è l’elemento accusatorio nei confronti dell’autista, rispetto all’azienda, la grave lacuna riscontrata dal Tribunale riguarda la mancanza all’interno del piazzale dei segnali e cartelli che informano su modi e velocità della circolazione interna all’area.
Dal dibattimento è anche emerso che l’uomo alla guida del camion – un padroncino che forniva i suoi servizi alla ditta che produce polistirolo – era tranquillo nella manovra, perché il piazzale sarebbe dovuto essere interdetto alle persone. Per fatalità, peraltro, l’autista e Persico si conoscevano ed erano anche legati da una profonda amicizia.
Alla fine, però, il Tribunale ha creduto alla tesi dell’accusa e ha condannato per omicidio colposo sia l’uomo alla guida del camion, un quarantaseienne di Comun Nuovo, sia il titolare dell’azienda, un ottantaduenne di Milano. A entrambi sono state concesse le attenuanti generiche e la sospensione della pena.
In più, il Tribunale di Bergamo ha anche disposto un risarcimento provvisionale per i familiari della vittima, di cui sono responsabili in solido sia l’azienda De Berg sia la compagnia assicurativa Vittoria. Più precisamente stando alla sentenza il risarcimento ammonta a 100 mila euro per la moglie, a 300 mila euro per ciascuna delle due figlie che, all’epoca, avevano 6 e 12 anni, e a 75 mila euro a testa per i genitori di Persico.