Il paese è in recessione e i trasporti di merci si contraggono, a maggior ragione quelli su ferrovia. Ma c’è una splendida eccezione, resa ancora più rilevante dalla sua collocazione nel Sud del paese. Parliamo dell’Interporto di Nola, che nel 2011 come nel 2012 archivia numeri positivi. Più precisamente sia lo scorso anno sia nei primi sette mesi di quello in corso la Terminal Intermodale Nola (TIN), la società che amministra il terminal container, ha visto lievitare fatturati e volume del +15%. In numeri assoluti nel 2011 i treni sono stati 1.386 e 35.683 i container (+14,40% rispetto al 2010).
Ma numeri positivi giungono pure dalla società che si occupa del trasporto ferroviario, la Interporto Servizi Cargo, visto che nei primi 7 mesi del 2012, ha conosciuto un incremento di circa l’8% del numero di treni operati. Nel ISC i treni erano stati 1.230 (con un incremento del 13,7% rispetto al 2010) e 24.500 le UTI (+27,8% rispetto al 2010), tra casse mobili, container e cisterne, con un incremento di fatturato del 37% rispetto al 2010.
D’altra parte la struttura ha dalla sua l’estensione (circa 225.000 m²) e il servizio, compreso quello di area (di 60.000 m²) per custodire le merci in arrivo da destinazioni extra UE, dotata anche di deposito doganale privato e deposito IVA. Ma soprattutto l’Interporto di Nola è dotato di una stazione ferroviaria privata inserita nel Prospetto Informativo della Rete.
La T.I.N. è controllata al 100 % da Interporto Campano, che di recente ha rilevato il 30% del Gruppo Gallozzi di Salerno. Inoltre l’Interporto Campano è posto all’interno di un Distretto che funziona da filiera integrata tra logistica/manipolazione (Interporto), ingrosso (CIS), servizi e dettaglio (Vulcano Buono) che occupa circa 9000 addetti e riunisce 1000 aziende. Il “motore” del Distretto è il CISFI per la quale è in corso un aumento di capitale fino a 120 milioni di euro.
Interporto di Nola, traffico container in crescita del 15%
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