+ 36%: di tanto è aumentato il numero dei treni in partenza dall’Interporto di Bologna, pari a 5.539 treni complessivi. Fatti i dovuti conti è come se si fossero tolti dalle strade circa 92.000 camion, riducendo le relative esternalità per quasi 23,5 milioni di euro. Un piccolo miracolo, visto pure il contesto economico critico, frutto anche della concorrenza tra operatori ferroviari, diventati sempre più numerosi e in grado di collegare la struttura emiliana non soltanto con una ventina di località italiane, ma anche con i principali centri di traffico europei, dal porto di Rotterdam a quello di Zeubrugge, dalla Germania a diversi paesi dell’Est.
Non è un caso: se tante più imprese oggi fanno base a Bologna è anche perché vi trovano servizi che facilitano l’attività, dalla manutenzione dei carri ferroviari a quella leggera dei locomotori. Ma l’elenco è destinato a crescere, perché la Società di Gestione dell’Interporto considera l’offerta di servizi una leva strategica, essenziale per attirare sempre nuovi clienti. E tra i servizi vanno anche comprese tutte quelle innovazioni divenute indispensabili proprio in conseguenza degli accresciuti traffici, come l’implementazione della videosorveglianza o la realizzazione (ancora in corso) di un secondo varco di accesso. Anche perché se tanti più treni partono e arrivano sono anche necessari più veicoli che facciano coprire alla merce il primo e l’ultimo miglio. Prova ne sia che il numero di camion in entrata e in uscita dall’interporto sia aumentato nel 2011 del 9%.
A dire che questa strategia basata sui servizi funzioni non è soltanto il 2011. Anche per il 2012 infatti l’elenco già nutrito di imprese insediate nell’Interporto (177 in tutto, con 2800 persone occupate), si arricchirà di nomi illustri, in procinto di sbarcare a Bologna con insediamenti di tutto rispetto. Il primo sarà Grandi Salumifici Italiani, che ha già iniziato i lavori per realizzare un magazzino di 20.000 mq e che, dopo il recente insediamento di 22.000 mq della Camst, contribuirà a connotare la struttura bolognese sempre più nel settore del food. E poi dovrebbe arrivare un altro grande operatore logistico – sul nome, però, c’è ancora riserbo – con un impianto di oltre 20.000 mq.
Insomma un anno estremamente positivo per l’Interporto di Bologna – peraltro il quarantesimo della sua storia – che non soltanto aumenta i traffici, non soltanto andrà a chiudere i bilanci con un importante segno positivo, ma in più incassa pure il riconoscimento dell’Unione Europea come nodo prioritario delle reti TEN-T, in quanto presente sia sul Corridoio Adriatico-Baltico sia su quello Helsinki-Valletta.
Per essere veramente strategico e soprattutto per continuare a crescere, però, l’Interporto di Bologna ha bisogno di eliminare alcuni colli di bottiglia e di ottimizzare i collegamenti con le reti viarie. Su quali siano il presidente Alessandro Ricci (nella foto) non ha dubbi. «La prima cosa che serve, la più semplice, è la rotonda all’uscita dell’A13, magari da realizzare in occasione della già prevista realizzazione della terza corsia. Quindi gli assi viari di collegamento sul lungo Reno e sul lungo Savena e, infine, il passante nord dell’Autostrada». Insomma, tutti interventi attesi da molto tempo. Ma – sembra di capire – l’Interporto di Bologna ora non può più aspettare.
Interporto di Bologna: nel 2011 treni in aumento del 36%
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