L’ultimo drammatico episodio risale a un paio di giorni fa. In Ungheria, a 60 km. circa da Budapest, un autista di minibus, distratto da una diretta Facebook sul cellulare, si è scontrato con un camion che sopraggiungeva sulla corsia opposta. L’autista stava filmando al volante e leggendo i commenti postati dagli amici, quando ha cominciato un sorpasso senza accorgersi che dalla direzione opposta stava arrivando un camion. Il video – che può essere visto a questo link – si interrompe con l’ultima immagine del mezzo pesante in arrivo. La tragedia si è conclusa poi con la morte di tutti i nove passeggeri del mezzo, compreso l’autista.
Perché riportiamo questo episodio luttuoso, avvenuto lontano dal nostro Stivale? Perché sono sempre più – in rete, sui social o su WhatsApp – i video di trasportatori di casa nostra che amano fare dirette del loro lavoro o dei luoghi che attraversano, mentre stanno guidando il loro camion. Sgombriamo subito il campo da equivoci: oltre a essere vietato e punito dalle norme del Codice della Strada, si tratta di una bruttissima abitudine che può avere appunto esiti fatali. Per salutare Caio o Sempronio, per dire che si è caricata la merce e che adesso si viaggia, per far vedere dove si sta passando, ci si può sempre fermare e postare in sicurezza. Così come è sopportabile e relativamente pericoloso fare una foto se si è fermi in colonna, così col mezzo in movimento il cellulare deve stare lontano dalle mani, appoggiato nel vano portaoggetti.
Lo smartphone, per la Polizia Stradale, resta oltretutto la prima causa di distrazione alla guida. Nei primi sette mesi del 2017 le sanzioni per uso di cellulare al volante sono state più di 3.000 rispetto allo stesso periodo del 2016. E il “Rapporto 2017 sulla sicurezza stradale” di Dekra Italia (filiale della multinazionale tedesca) rileva che il 90% dei sinistri è colpa dei comportamenti sbagliati delle persone, riconducibili nell’80% dei casi all’uso dello smartphone.
Dunque il nostro consiglio è: estrema prudenza. Lo smartphone va utilizzato in vivavoce o quando si è fermi, mai mentre si guida. Suggerimenti utili si trovano anche nel manuale prodotto da Uomini e Trasporti “La salute vien guidando”, in distribuzione da inizio maggio. Sandro Vedovi, esperto di sicurezza stradale e risk management della Fondazione ANIA, spiega nel volumetto come “man mano che i veicoli diventano sempre più connessi, è opportuno orientarsi, specie per i veicoli aziendali, verso mezzi dotati di funzioni TTS (text-to-speech), in grado cioè di leggere al guidatore i messaggi in arrivo e di rispondere agli short message scegliendo da una lista di possibili risposte di utilizzo comune, come «sono impegnato», «chiamo più tardi» o «arrivo tra 10 minuti», oppure «sì», «no», «grazie»”.
La tecnologia offre anche aiuti concreti come, per esempio il sistema che avverte se il camion esce dalla corsia di marcia senza la volontà del conducente (in questo caso sarebbe stato determinante) che molti costruttori hanno già di serie sui mezzi, o la funzione che basata su radar e telecamera aiuta a mantenere la distanza di sicurezza dal veicolo che precede, controllando l’acceleratore e tutti i freni disponibili o il sistema intelligente che tiene traccia del comportamento di guida: se questo si discosta dal consueto indicando stanchezza, si viene avvisati da un segnale e da un messaggio sul display che consiglia di fare una pausa.
Spiega infine Vedovi che “i mezzi dotati di telecamera on board hanno guidatori più responsabilizzati e attenti a rispettare le regole: i dati evidenziano una diminuzione di incidenti che raggiunge il 20%”.