Uno studio realizzato nel 2020 da CameraMatics rivela che oltre il 55% degli autisti presi in analisi (più di 500mila tra Regno Unito e Irlanda) non effettua controlli regolari ai propri veicoli. Questo dato, comparato con l’analisi della Driver and Vehicle Standards Agency (DVSA), che sottolinea come l’85% dei difetti riscontrati a bordo possa essere individuato facilmente grazie ai controlli quotidiani del conducente, porta alla luce una problematica allarmante: la manutenzione costa tempo e denaro e, pertanto, la tendenza è a ridurre gli standard. Ma a che prezzo?
Mantenere i camion in condizioni ottimali non è certo impresa facile e i fattori che possono contribuire al loro deterioramento sono molti. Eppure, la tecnologia potrebbe correre in aiuto, rendendo la manutenzione più efficiente e meno gravosa dal punto di vista economico. Fattore che, in un momento in cui i prezzi di gestione per le imprese continuano a lievitare, non è da sottovalutare. A spiegare i vantaggi della digitalizzazione è Giancarlo Melis, presidente della G.T.V. di Campiglia Marittima che dal 2018 guida un “veicolo intelligente”. «In altre parole – spiega Melis – è il camion stesso, tramite la casa madre, ad avvisare quando è arrivato il momento di fare manutenzione. Sulla base dei giri del motore e sui percorsi eseguiti sono infatti in grado di stabilire con precisione il tipo di intervento e gli intervalli di tempo che il mezzo richiedere. Se prima quindi dovevo basarmi solo sul chilometraggio, oggi ci si basa sullo stato effettivo del veicolo, monitorato costantemente e in tempo reale».
La digitalizzazione a bordo, infatti, consente di inviare e ricevere dati real time, aggiornando autista o gestore della flotta di eventuali guasti o di uno stile di guida dannoso. «Nel caso in cui si riscontrasse un problema mentre si è al volante – continua Melis – l’intervento è immediato grazie alla diagnosi a distanza che consente di comunicare tempestivamente all’autista se è opportuno fermare il mezzo senza causare ulteriori danni o, al contrario, se è possibile proseguire, senza perdere ulteriore tempo». Inutile dire che il ritorno in termini economici di questa operazione è elevatissimo, perché un veicolo fermo significa perdite di tempo e di denaro.
Quanto costa tutto questo a un’azienda?
In realtà, la tecnologia a bordo non è più un optional, ma è integrata al momento dell’acquisto dell’automezzo. Pertanto, non ci sono costi iniziali e fin da subito si ottengono risparmi. Per la mia esperienza, nel giro di tre anni ho risparmiato un tagliando e diversi giorni lavorativi. Senza contare che grazie al monitoraggio dello stile di guida è possibile ridurre i consumi di carburante fino allo 0,6%.
Chi si occupa dell’analisi dei dati?
La casa madre invia report mensili molto semplici da leggere e analizzare. Per cui, nel mio caso, sono io stesso a tenere sotto controllo i dati relativi al mio camion e al mio stile di guida. In questo modo posso anche migliorarmi e acquisire maggiore consapevolezza.
La digitalizzazione può quindi aiutare davvero a ridurre i costi per un’impresa di trasporto?
Le grandi aziende sicuramente ne traggono un vantaggio importante, ma anche un padroncino può puntare a risparmiare qualcosa in più. Anche se i padroncini prestano già molta attenzione alle spese. La digitalizzazione può aiutarli a risparmiare, ma non risolve il problema. Non possiamo mirare solo a ridurre i costi, dobbiamo pure aumentare i prezzi. Il trasporto va pagato. Anche se la tecnologia progredisce, gli autisti continueranno a essere una risorsa essenziale e se non si lavora su questo fronte la situazione non migliorerà.