Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneInchiestaLa digitalizzazione nei porti? Tutto rimandato all’autunno| Inchiesta

La digitalizzazione nei porti? Tutto rimandato all’autunno| Inchiesta

In arrivo un bando da 175 milioni di euro a sostegno degli investimenti delle aziende di autotrasporto in tecnologie in grado di accedere al sistema nazionale. Ma la PNL ancora non decolla: si attendono le interfacce tecniche dall’Europa che deve attuare il regolamento eFTI, il cosiddetto Spid delle merci

-

La ricetta per accorciare le attese ai varchi passa per una parolina tanto magica quanto abusata: digitalizzazione. La sospirata Piattaforma logistica nazionale (PNL), idea nata nei primi anni del secolo con il nome di «Uirnet», ora gestita da RAM, società in house del ministero dei Trasporti, potrebbe concretizzarsi (finalmente) nei prossimi mesi, decisivi per dare alla logistica una propria rete di connessioni. In primis è atteso entro fine anno un bando da 175 milioni di euro volto a sostenere gli investimenti in tecnologia delle aziende di autotrasporto. È un altro step della dotazione di 250 milioni di euro messi a disposizione dal PNRR proprio per la digitalizzazione della logistica, di cui 16 sono andati alle Autorità portuali per implementare i PCS (Port community systems), 10 sono stati già allocati per il collegamento digitale degli interporti e 30 sono a disposizione per l’attivazione della PNL. Ma alla grande rete immateriale chiamata ad abbracciare i nodi più importanti del trasporto merci nazionale, permettendo lo scambio di dati tra amministrazioni e aziende, manca un tassello fondamentale: le interfacce tecniche, ovvero i codici che dovrebbero permettere ai vari segmenti di dialogare per lo scambio delle informazioni.
«Stiamo aspettando i decreti operativi dell’eFTI – ci ha spiegato Francesco Benevolo, direttore generale di RAM – che sono in ritardo in quanto il regolamento, che riconosce da agosto 2024 in tutta Europa i documenti digitali, il cosiddetto Spid delle merci, prevede specifiche tecniche di interoperabilità per i trasporti internazionali. Noi abbiamo deciso di adeguare la PNL a queste specifiche per collegarci all’Europa». E fin quando l’Europa non detterà i codici, l’Italia va avanti “accendendo” i diversi step del sistema globale.

Il digitale in porto

Dallo scorso 1° luglio tutti i porti italiani hanno attivato i servizi base attraverso i PCS, ovvero la digitalizzazione dei varchi di ingresso, la localizzazione dei parcheggi e delle piattaforme. Tra i PCS più longevi troviamo Genova, Civitavecchia e Ravenna che hanno attivato il sistema proposto dal ministero delle Infrastrutture attraverso la PLN. Trieste ha avviato da tempo un suo sistema a cui hanno attinto Catania, Palermo e Ancona, mentre Livorno condividerà la tecnologia con 9 porti sardi, Napoli e Salerno. Venezia ha attuato l’adeguamento e il potenziamento dei sistemi, come Bari e Brindisi. La scommessa è attivare soluzioni più sofisticate e personalizzate per gli operatori. «Anche solo rendendo operativi gli interventi sulla digitalizzazione, già previsti a livello di PNRR – è intervenuta Confetra – dando piena attuazione al SUDOCO (Sportello Unico Doganale e dei Controlli), alle ZLS (Zone Logistiche Semplificate), alla ZES unica (Zona economica speciale per il Mezzogiorno) e alla Piattaforma Logistica Nazionale, si riuscirebbe a migliorare l’efficienza dei nostri porti, a ridurre i costi e a favorire l’interoperabilità tra i diversi attori coinvolti». 

Il digitale per le aziende di autotrasporto

Ma per questo passaggio sono necessari altri step. In primis, il collegamento delle aziende con le piattaforme portuali. A tal proposito RAM sta lavorando a un bando da 175 milioni volto a sostenere fino al 40% la spesa delle aziende di autotrasporto per l’implementazione dei sistemi in grado di collegarle alla rete nazionale, compresa la formazione degli addetti. «I beneficiari saranno tutte le aziende di trasporto e logistica – ha assicurato Benevolo – e gli interventi finanziabili i più vari: sistemi per l’interfaccia con le piattaforme pubbliche, tra privati, gestione delle flotte e formazione».

Il digitale dall’Europa

Il bando arriverà prima di fine 2024, garantiscono da RAM, orgogliosi di tagliare il traguardo con 6 mesi di anticipo sulla tabella di marcia del PNRR, ma dovrà necessariamente attendere i decreti attuativi del regolamento europeo eFTI (1056/2020) relativo alle informazioni elettroniche sul trasporto merci (eFreight Transport Information) con l’adeguamento dei controlli su tutta la rete europea. Il regolamento, in vigore dal 21 agosto 2024, obbliga gli Stati membri a riconoscere entro il 2026 i documenti digitali di trasporto. La votazione dell’atto di esecuzione per l’accesso alle informazioni è stata calendarizzata già lo scorso dicembre, ma non è stato ancora ratificato. Si tratta del tassello che manca anche all’Italia per scrivere i codici di comunicazione tra i vari attori della filiera: solo così la supply chain sarà veramente digitalizzata.

close-link