L’autotrasporto francese gode diuna forte rappresentanza di categoria. Lo ha dimostrato molto chiaramentequando, la scorsa settimana, in Parlamento è stato approvato un interopacchetto di disposizione normative in vista dell’introduzione il 1° ottobredella ecotassa, il pagamento cioè di un pedaggio anche su tratte nonautostradali. E tra le norme approvate il 16 aprile c’è anche quella che introduce la nuova tassa stradale negli elementi con cui quantificare le tariffe di trasporto. Cosa vuol dire?
In Francia «profumo» di costi minimi: nelle tariffe di trasporto va considerata anche l’ecotassa
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Per rispondere bisogna spiegare che per la legge francese il prezzo diun trasporto è il frutto di una valutazione che vettore e committente compionoin maniera autonoma, basandosi comunque sugli stessi elementi. In pratica ilvettore ha l’obbligo di tener conto di una serie di parametri indicati dallalegge e il committente, dal canto suo, deve fare attenzione nel remunerare iltrasporto di pagare almeno quanto serve per coprire i seguenti costi: carburante, manutenzione, ammortamento (o i canoni di noleggio), documenti di trasporto, conducente, pedaggi.
Ebbene, adesso all’interno diquest’ultima categoria vanno ricompresi anche gli esborsi relativi alla ecotassa. Aessere esentati dal pagamento saranno soltanto i veicoli al di sotto delle 3,5ton (quelli sopra, anche se stranieri saranno obbligati a versare) e quelli chetrasportano alcuni beni particolari (per esempio, il trasporto di latte).
E gliesborsi non saranno effettivamente contenuti, visto che in Parlamento c’è statauna vera e propria battaglia da parte della committenza per fermare – senza riuscirci– la disposizione in questione.
Leassociazioni dell’autotrasporto francesi, malgrado siano fortemente criticherispetto all’ecotassa, hanno sottolineato come la disposizione approvataconsente per lo meno di ristabilire un rapporto di forza più equilibrato con lacommittenza. Ma un’eco della vicenda è giuntaanche in Italia. Il responsabile dell’Ufficio studi e sicurezza dell’Albo degliautotrasportatori, Rocco Giordano, nella newsletter della sua rivista «Sistemidi logistica», ha spiegato come nei fatti il sistema francese è una sorta di«liberalizzazione regolata, in quanto le parti restano libere di determinare ilprezzo relativo al trasporto, tenendo conto di una serie di categorie di costiidentificate dal legislatore». Più o meno, conclude Giordano, come ha fattol’Osservatorio della Consulta per l’autotrasporto e la logistica.
Molto piùlapidario Paolo Uggè, presidente di FAI-Conftrasporto (nonché di Unatras), chedopo aver ricordato le contestazioni «irrituali» sollevate da alcunicollaboratori del presidente dell’Autorità garante della Concorrenza (e più di recente inserito tra i “saggi” di Napolitano), Giovanni Petruzzella, ha commentato laconicamente: «Forse l’assenza di una Autorità Antitrust molto sensibile agli interessidi coloro che pagano il trasporto, ha aiutato il Parlamento francese aintervenire».