È in distribuzione in questi giorni, e già consultabile online su www.uominietrasporti.it, il numero di novembre di Uomini e Trasporti, un numero monografico di 64 pagine interamente dedicato al tema del passaggio generazionale nelle aziende di autotrasporto. Per presentarvelo, partiamo da alcuni numeri.
Il passaggio in cifre
Come illustra il nostro Umberto Cutolo nel pezzo di apertura del numero, in Italia le aziende con fatturato pari o superiore a 20 milioni di euro, il 65% (cioè 11.635) sono a struttura familiare. E si tratta di aziende che stanno bene: nel 2021, in uscita dalla pandemia, hanno registrato un rimbalzo di ricavi del 20,1% e una maggiore solidità dimostrata da un rapporto di indebitamento sceso di 4-5 volte. Ma non è tutto oro quello che luccica.
Il tasso di longevità delle imprese italiane fornisce un quadro che desta qualche preoccupazione. In linea di massima, solo il 20-25% riesce a passare la mano alla seconda generazione, solo il 13-15% arriva alla terza e solo il 4% arriva alla quarta.
Se focalizziamo l’attenzione sulle PMI, facendo riferimento ai dati dell’Osservatorio AUB (acronimo di Aidaf, Unipol e Bocconi), il 62% dei leader familiari desidera che l’azienda resti proprietà della famiglia, ma mentre il 18% delle aziende italiane si prepara a cambiare leadership nei prossimi cinque anni, soltanto il 9% dà importanza strategica a questo passaggio e soltanto il 14% dichiara di avere un piano formale per il passaggio generazionale. E l’autotrasporto non di discosta molto dal quadro nazionale.
L’autotrasporto nella media
I passaggi generazionali nel settore sembrano aver subito un’accelerazione nei tre anni prima del 2018, con una quota nazionale del 2,55% che è superiore alla rappresentanza delle imprese di autotrasporto merci sul totale di quelle esaminate (2,28%), mentre negli anni antecedenti la quota era assai inferiore, con l’1,79%.
Ma già dall’anno successivo al 2018 la percentuale è tornata a scendere all’1,52%, per risalire al 2,44% – sia pure solo come ipotesi futura – per i successivi cinque anni. Un andamento stop and go, insomma, che mostra come l’autotrasporto merci subisca più del resto del mondo produttivo l’incertezza del quadro economico.
Un mosaico di voci
Partendo dai numeri, lo speciale di Uomini e Trasporti muove alla ricerca di chiavi di lettura per inquadrare meglio il fenomeno della transizione generazionale, raccogliendo le voci sul campo di titolari di azienda, di padroncini, di imprenditori e di studiosi del tema. Da Nicola Torello (fondatore della Torello trasporti) a Stefano Storti (alla guida della Trasporti Pesanti), da Domenico De Rosa (Ceo di Smet) a Massimo Artusi (direttore commerciale Romana Diesel), da Andrea Bertoja (vicepresidente dell’omonima azienda di allestimenti) a Sonia Primiceri (alla guida della Trasporti F.lli Primiceri), passando agli esperti Fabio Quarato dell’Univesità Bocconi a Nicola Carozza responsabile Confartigiano Trasporti di La Spezia, e tanti altri ancora.
Vi segnaliamo, a questo proposito, l’articolo «Generazioni al volante», dove abbiamo raccolto la classifica per fatturato 2022, stilata ogni anno da Il Giornale della Logistica, delle famiglie imprenditoriali italiane nella logistica e nell’autotrasporto nazionali.
Leggi l’editoriale: I giovani sono fannulloni? E mo’ basta!
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