È stato un parto difficile. E neppure del tutto concluso. La liberalizzazione del noleggio per il trasporto pesante – in vigore in tutta Europa – è arrivata in Italia a giugno dello scorso anno con il recepimento di una Direttiva europea varata a Bruxelles due anni fa.
Le nuove norme modificano il Codice della strada, consentendo alle imprese di autotrasporto in conto terzi di noleggiare veicoli oltre le 6 tonnellate da noleggiatori di tutta Europa.
Tutti noleggiatori?
Di fatto, però, con l’esclusione del conto proprio dalla liberalizzazione, cambia poco, perché molti noleggiatori (ma anche parecchi concessionari, qualche grossa officina e società ad hoc delle case costruttrici) si erano iscritti all’Albo degli autotrasportatori, approfittando della norma che dal 1992 permette il noleggio di veicoli pesanti tra aziende iscritte all’Albo.
Di nuovo c’è che è possibile effettuare viaggi anche in Italia con veicoli noleggiati e che è possibile noleggiare all’estero. Ma, mentre è stata avviata la piattaforma per l’iscrizione al Registro elettronico nazionale (REN Noleggi) dei veicoli presi in affitto (ma chi deve farlo? Il locatore o il locatario?), ancora non si sa nulla sulle procedure per i veicoli noleggiati all’estero. E le associazioni mettono in guardia dall’arrivo in Italia di veicoli vetusti, inquinanti e poco sicuri, provenienti – magari a basso costo – dall’Est europeo.
Il mercato
In tutto ciò bisogna fare i conti con il mercato. Quello dei furgoni, ad esempio, è in continua espansione. Lo sarà anche quello dei veicoli merci pesanti appena liberalizzato? Tutti concordano che la complicata transizione ecologica indurrà le imprese a prendere a nolo veicoli dal costo troppo elevato, ma mentre le grandi aziende per ora si limitano a noleggiare per testare i mezzi, si ipotizzano i settori dove il noleggio potrà attecchire: la fascia immediatamente superiore alle 6 tonnellate (e fino ai 12-14) per i trasporti dagli hub periferici a quelli cittadini, i mezzi d’opera per i cantieri urbani, gli stagionali dove la breve durata dell’uso rende conveniente affittare anziché acquistare, i veicoli refrigerati.
E poi ci sono i veicoli ecologici. Sui quali, però, pesa un incomprensibile divieto di noleggio per i mezzi «a uso speciale» come le compattatrici, le lavacassonetti, le lavastrade, finora liberamente noleggiate tra imprese iscritte all’Albo degli autotrasportatori. È evidente che anche su questo punto occorrerà l’ennesima circolare di chiarimento.
Quanto costa noleggiare un camion pesante?
E poi c’è il capitolo costi. Come per le automobili non è possibile dare che un’indicazione di massima. Le cifre variano a seconda del tipo di veicolo, del chilometraggio pattuito e della durata del noleggio, ma comprendono bollo, assicurazione (spesso con Kasko), manutenzione e assistenza anche 24/7, in modo che chi prende a noleggio debba farsi carico praticamente solo del costo del carburante.
Ulteriori opzioni – che a volte sono comprese nel pacchetto-base, altre fanno levitare il canone – sono il veicolo sostitutivo, la personalizzazioni con i loghi aziendali o allestimenti particolari, la gestione delle revisioni, la copertura delle contravvenzioni, la consulenza legale. La valutazione del vantaggio possibile resta comunque legata alla durata del noleggio che mediamente, secondo gli esperti, rischia di non essere più conveniente oltre i quattro anni.
Di tutto questo, e molto altro, se ne parla nel numero di marzo/aprile di Uomini e Trasporti. Uno speciale monografico di 84 pagine con analisi, dati e interviste per approfondire il tema del noleggio.
Leggi l’editoriale: Si stava meglio quando si stava peggio?
Sfoglia il numero di marzo/aprile 2024
Consulta i numeri monografici del 2023: Marzo | Maggio | Luglio | Novembre
Abbonati alla rivista: https://www.uominietrasporti.it/abbonamento/