L’Antitrust era entrata a gamba tesa rispetto ai costi minimi, arrivando a definire disapplicabile la normativa su cui si basano. Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti con tono garbato risponde ora in maniera secco e puntuale. In una lettera firmata da Mario Torsello, capo Gabinetto del Ministero (ma anche di quello dello Sviluppo Economico, dove lo ha voluto Corrado Passera), si ripercorre l’iter che ha portato all’approvazione della normativa “incriminata” per argomentare come, l’intervento dei pubblici poteri in questo settore serve a “correggere le anomalie del mercato” e non è certo “in funzione dell’interesse di una categoria economica”.
Ma Torsello va oltre, perché ricorda che l’autotrasporto è stato già liberalizzato “sia sul versante delle tariffe”, sia, “sul versante dell’eliminazione di barriere all’entrata nel mercato” e che, da quel momento, “lo scopo degli interventi normativi … è stato quello di evitare che la liberalizzazione e l’apertura alla concorrenza si riflettessero negativamente sulla sicurezza”. E tra questi interventi c’è appunto l’art. 83 bis. La sua funzione rimane quella.
Se il Parlamento – nota Torsello – avesse voluto abrogarlo lo avrebbe fatto quando, con la legge 148/2011 (la famigerata Manovra Bis), lo ha invece riformato. Ma non lo ha fatto perché quel riferimento contenuto nella stessa legge “all’abrogazione delle restrizione nell’imposizione dei prezzi minimi” non c’entra niente con i costi minimi. E la differenza tra prezzi e costi è sin troppo evidente.
Poi è ovvio, prosegue il capo Gabinetto di Passera, che il mercato tenda spontaneamente ad uniformarsi ai valori dei costi minimi definiti dall’Osservatorio, ma tale ipotesi non può costituire un argomento a sostegno dell’illegittimità delle determinazioni dell’Osservatorio e dello stesso art. 83 bis”.
Questa è la storia. Poi, conclude Torsello, siccome il confronto con la committenza si è fin troppo inasprito, “sono stati avviati approfondimenti tecnici con tutti i soggetti interessati, finalizzati a verificare la possibilità di una semplificazione della norma sopra citata, che ne renda più agevole l’applicazione”. Come a dire, la situazione dell’autotrasporto è difficile, le sue difficoltà congenite si sono aggravate con la crisi e siccome questa situazione può andare a scapito dell’intero sistema – economico quanto sociale – conviene tenerci la norma e al limite rettificarla cercando di sedare gli animi.
È quanto ci si augura tutti…
Il ministero replica all’Antitrust: «l’art 83 bis è legittimo; va modificato per facilitarne l’applicazione»
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